Se fino a qualche tempo fa l’unica possibilità di evitare gravidanze indesiderate in seguito ad un rapporto a rischio era il ricorso alla cosiddetta pillola del giorno dopo (o contraccezione d’emergenza), da pochi anni è invece disponibile anche in Italia un’alternativa, la cosidetta pillola dei 5 giorni dopo. Ma a differenza che nel resto dell’Europa, il Consiglio Superiore di Sanità ha stabilito che questo farmaco può essere venduto solo dietro prescrizione medica, indipendentemente dall’età della richiedente. Una decisione che va controcorrente rispetto all decisione del 12 gennaio della Commissione Europea, che aveva invece autorizzato la possibilità di comprare il farmaco ellaOne senza necessità di prescrizione.
Il nostro Ministero della Salute ha preso questa decisione per evitare gravi effetti collaterali nel caso di assunzioni ripetute in assenza di controllo medico. Molti stati europei hanno invece già eliminato l’obbligo di prescrizione medica, uno fra questi la Germania, che inizialmente si era espressa a sfavore della dispensazione libera.
Laura Garavini, dell’Ufficio di Presidenza del Gruppo del Pd della Camera commenta la decisione così: “Ci auguriamo che il ministro Lorenzin decida guardando all’Europa e con l’obiettivo di dare più diritti e libertà alle donne italiane”.
La pillola ellaOne ha la capacità di impedire l’instaurarsi di una gravidanza se assunta fino a 5 giorni dopo il rapporto a rischio (120 ore dopo). La confezione contiene un’unica compressa a base di ulipristal, nella dose di 30 mg, che è il principio attivo responsabile dell’azione contraccettiva. Il meccanismo d’azione principale sembra essere l’inibizione o il ritardo dell’ovulazione, e anche se assunta immediatamente prima del momento in cui è prevista l’ovulazione, in alcune donne è in grado di posticipare la rottura follicolare. EllaOne era stata approvata in Europa con l’obbligo di prescrizione medica alla fine del 2009, e secondo i dati dell’azienda produttrice, negli ultimi 5 anni è stata utilizzata da più di 3 milioni di donne in 70 Paesi.
Nel 2011 il Ministero della Salute avevano imposto che questo contraccettivo d’emergenza poteva essere commercializzato purché la donna che lo doveva usare fosse prima sottoposta ad un test di gravidanza per escludere una gravidanza in corso. Oggi invece il test prima della prescrizione dovrà essere effettuato solo nel caso in cui ci sia il sospetto di una gravidanza in corso.