I coloranti fanno male alla salute? Sono spesso demonizzati, ma presenti in tantissimi alimenti o prodotti che acquistiamo tutti i giorni. Sorge quindi una domanda importante: queste sostanze sono dannose per la nostra pelle, piuttosto che per il nostro organismo in genere? Sono tossici? E, come distinguerli dagli altri additivi?
Cosa sono
Quando si parla di coloranti bisogna anzitutto distinguere tra questi in base a l’utilizzo che se ne fa. Quando queste sostanze vengono utilizzate nei cibi, infatti, si parla di coloranti alimentari, per distinguerli da quelli utilizzati in altri prodotti, come shampoo o cosmetici vari. In particolare, i coloranti alimentari sono sostanze prive di valore nutritivo addizionate durante la lavorazione dei cibi per impartire loro particolari caratteristiche cromatiche con lo scopo di aumentare il grado di appetibilità del consumatore finale. In altre parole, un acquirente, percepisce come buona un’aranciata o una fetta di salmone, solo se di un bel color arancione e lo stesso discorso vale per qualsiasi alimento. Vero è anche che, per alcuni alimenti, tale pratica è proibita, mentre per altri è possibile soltanto con alcune limitazioni. Ad esempio, non possono essere aggiunti coloranti nel latte, nello yogurt, nelle uova, nelle acque minerali, nelle carni in genere, ma anche nella farina, nel miele e nei diversi tipi di formaggio. Viceversa, i prodotti alimentari che vengono maggiormente addizionati con coloranti sono: i dolciumi e le bevande analcoliche in genere, ma anche i cibi preconfezionati (che spesso contengono anche i conservanti) e gli integratori alimentari. Non sono considerati coloranti, invece , perché del tutto naturali, quelli ottenuti dalle verdure o dalle spezie, come le carote o la paprika. Di volta, in volta, sarà l’etichetta riportata sui prodotti alimentari a riportare la presenza di questi particolari additivi che, come tutti quelli riconosciuti a livello della Comunità Europea, sono classificati e identificati con una lettera E seguita da un numero compreso tra 100 e 180.
Fanno male?
Va premesso che la presenza dei coloranti negli alimenti è rigorosamente regolamentata e controllata. Infatti, prima di poterli utilizzare nella produzione di prodotti alimentari, devono essere sottoposti ad approfonditi studi tossicologici. Inoltre, la legge stabilisce, sia le tipologie di alimenti in cui l’additivo può essere aggiunto, che la quantità massima che i produttori possono utilizzare nel singolo prodotto. Particolare attenzione viene data all’alimentazione dei bambini. E infatti, la legislazione europea vieta l’utilizzo di coloranti e conservanti nei prodotti per l’infanzia indirizzati a bambini fino ai tre anni d’ età. In ordine agli effetti, molto spesso si sono registrati casi di reazioni allergiche e orticaria a questi additivi, ma, rispetto a quelli più gravi e a lungo termine, il dibattito è ancora aperto. Il consiglio, quindi, è quello di limitare l’assunzione di queste sostanze, quando possibile, variegando la dieta e facendo attenzione in particolare all’alimentazione dei bambini.