Siamo nel pieno dell’influenza stagionale 2013 che ha portato di nuovo alla ribalta il virus della suina. Ma come si sta sviluppando l’influenza H1N1? In maniera assolutamente fisiologica oseremmo dire, non c’è di che preoccuparsi perché ben lontano è lo spettro della pandemia del 2009. Ricordiamo innanzitutto che l’a/h1n1 è solo uno dei 3 virus che circolano in questo periodo (insieme ad un ceppo di tipo B e ad uno del virus H3N2, responsabile quest’ultimo dell’epidemia che ha colpito gli Stati Uniti, mettendo in ginocchio le strutture sanitarie e soprattutto uccidendo circa 20 bambini) ed il vaccino in commercio è in grado di intervenire in ognuna delle tre infezioni.
I casi
Secondo i dati diffusi in questi giorni dalla SIMG Società Italiana di Medicina Generale sono stati colpiti dall’influenza (siamo nella fase del cosiddetto “picco”) oltre 2,7 milioni di italiani, con una maggiore incidenza nelle Marche, in Val d’Aosta ed in Trentino. In evidenza soprattutto l’aumento dei casi tra bambini ed adolescenti, come da norma: gli ambienti scolastici (e pure gli uffici) dove soggiornano per ore tanti ragazzi senza un adeguato ricambio d’aria diventano il luogo perfetto per trasmettere il contagio. Nessun allarme o virulenza particolare dunque anche se l’adesione alla vaccinazione non è stata delle più intense.
I sintomi
Come riconoscere i sintomi dell’influenza a/h1n1 2013? Anche in questo campo rimaniamo nello standard: un paio, o al massimo tre giorni di incubazione e poi il presentarsi di dolori muscolari, naso gocciolante, tosse, mal di gola, cefalea, e soprattutto febbre alta, oltre i 38,5°. Gli esperti per le cure consigliano tanto riposo, spremute d’arancia ed un buon brodo di pollo. Oltre che i farmaci per la sintomatologia. No agli antibiotici, utili solo contro i batteri e gli antivirali solo in rarissimi casi di categorie a rischio su diretta prescrizione del medico.
Le ricadute
Di particolare rilievo in questa influenza stagionale le ricadute, soprattutto nei bambini. Se pure si guarisce dall’infezione iniziale in 48-72 ore, l’organismo è debilitato e quindi se viene a contatto con batteri o altri virus (magari dopo una prima malattia da h1n1 possiamo incappare in un H3n2), torneranno febbre, tosse e mal di gola, anche in forma peggiore e più aggressiva. Dopo un’influenza è il caso di tenere i bambini qualche giorno in più in casa a riposo.