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Quali sono le cause del morbillo? E quali le principali cure e rimedi? Il morbillo è una malattia virale, cioè provocata da un virus che colpisce il sistema respiratorio. E’ comune nell’ infanzia, ma può colpire anche gli adulti. Le complicazioni del morbillo possono essere serie, come la cecità ed addirittura la morte. L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, ha portato avantiun programma di eradicazione del morbillo, grazie all’ausilio del vaccino, ma negli ultimi giorni sono emersi dei dati preoccupanti a causa di un comunicato del Ministero della Salute sull’aumento del numero di casi di morbillo in Italia. L’obiettivo non è sicuramente creare l’allarme e il panico su tale argomento, ma risvegliare l’attenzione sul tema delle vaccinazioni. L’aumento del numero dei casi di morbillo nel nostro paese sarebbe dovuto, infatti, alla diminuzione delle vaccinazioni.
Morbillo negli adulti, cause e contagio
Il morbillo è provocato dal Paramyxovirus del genere Morbillivirus. Negli adulti, come nei bambini, si trasmette se non è avvenuta la vaccinazione o se non si ha già avuto la mattia (il morbillo provoca immunità, cioè una volta avuto non si rischia più il contagio).
Il morbillo è molto contagioso: si trasmette attraverso le goccioline di liquidi che fuoriescono dal naso o dalla bocca di una persona infetta quando starnutisce o tossisce. Rimane anche sugli oggetti e sulle mani, ciò vuol dire che il contagio può essere anche indiretto.
I sintomi del morbillo
Al suo esordio il morbillo provoca gli stessi sintomi del raffreddore (starnuti, naso chiuso e/o gocciolante), malessere generalizzato, febbre alta, occhi rossi, sensibilità alla luce e soprattutto macchioline bianche nella bocca e nella gola. Dopo circa 48 ore si avrà l’eruzione cutanea con bolle rosse che iniziano solitamente dietro le orecchie e sul collo per poi diffondersi al resto del corpo. Per questo motivo tale patologia è annoverata tra le cosiddette malattie esantematiche. Il contagio può avvenire sin da tre giorni prima dai primi sintomi e può durare per una settimana dopo la comparsa dell’eruzione cutanea.
Le cure ed i rimedi per il morbillo
Non esiste una cura per il morbillo se non l’azione diretta del sistema immunitario che riesce a portare a guarigione l’organismo in genere in un paio di settimane. Le uniche cose che si possono fare dunque sono azioni volte a ridurre al minimo i sintomi: paracetamolo o ibuprofene per abbassare la febbre, evitare l’esposizione alla luce e tanto riposo. Nei casi più gravi può essere necessario il ricovero e cure ulteriori a seconda delle complicanze sviluppatesi. Va detto però che esiste un vaccino ed è il cosiddetto trivalente, il vaccino morbillo parotite rosolia perché si effettua in concomitanza con gli altri. Va praticato entro il primo anno di vita e fatto un richiamo prima dell’inizio della scuola.
Morbillo in gravidanza
Il morbillo in gravidanza può essere rischioso, se non si è stati vaccinati è buona norma vaccinarsi, anche in età adulta. Il virus, infatti, se contratto durante la gravidanza si trasmette al feto: può provocare aborto spontaneo, parto prematuro, basso peso alla nascita ed altre complicanze. Il vaccino non può ovviamente essere fatto quando si è già in attesa di un figlio.
L’aumento dei casi
Il motivo per cui negli ultimi giorni si parla sempre più del morbillo è, appunto, un preoccupante aumento dei casi di morbillo dovuto alle minori vaccinazioni. Dall’inizio del 2017, infatti, secondo i dati divulgati dal Ministero della Salute, sono stati riscontrati più di 700 casi in tutta Italia. Un dato che preoccupa se confrontato con i dati del 2016, in cui ne sono stati rilevati 220 nello stesso periodo. Ciò vuol dire oltre il triplo in più in un anno. Pare che nel 2016 i casi di morbillo nell’intero anno siano stati 844. Possibile che nei pochi mesi già trascorsi del 2017 si stia quasi per pareggiare il numero? Per quanto riguarda l’età di chi viene contagiato, la fascia più colpita è quella tra i 15 e i 39 anni, molti in ambito sanitario e in alcune regioni in particolare: Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana.
Il rifiuto delle vaccinazioni
Come sottolineato anche dal Ministero della Salute, ci sono vari genitori che rifiutano la vaccinazione. Il vaccino è infatti consigliato entro i primi due anni di vita, ma non obbligatorio, e purtroppo sono tanti che scelgono di non vaccinare i propri figli, nonostante il consiglio dei medici e i provvedimenti delle regioni. La diffidenza è aumentata negli ultimi anni, per colpa anche della disinformazione e della circolazione di presunti risultati di ricerche che evidenzierebbero una connessione tra vaccini e autismo. Nel 2015 la copertura dei vaccini contro il morbillo è stata dell’85,3% nei bambini entro i due anni. Un traguardo importante, che assicura anche la sicurezza di chi per ragioni mediche, ad esempio, non si può vaccinare. La diffusione dei vaccini garantisce una minore circolazione del virus e dei contagi. Per questo motivo alcune regioni, come l’Emilia Romagna, hanno reso obbligatorio alcuni vaccini ai bambini che frequentano gli asili. Con i nuovi LEA, in particolare, si spera che le vaccinazioni ai bambini aumentino, soprattutto grazie al superamento delle differenze tra regioni nel pagamento di ticket. Il nuovo piano rende gratuita la maggior parte delle vaccinazioni, con l’auspicio che aumentino anche le coperture.