Protesi al ginocchio: sono più di quante pensiamo le donne che necessiterebbero questa soluzione, ma come funziona l’intervento? Spesso non si comprendono del tutto modalità e conseguenze, tuttavia grazie ai consigli mirati di un esperto e le giuste terapie, potrete effettuare la decisione più opportuna. I problemi alle ginocchia sono persino più frequenti per le donne, infatti il corpo femminile appare soggetto a sollecitazioni che aumentano di 6 volte il rischio di procurarsi lesioni alle ginocchia rispetto agli uomini. A causa di un trauma l’articolazione può essere irrecuperabile: oggi è possibile sostituirla con una artificiale.
A causa di traumi o malattie quali l’artrosi, le ginocchia possono subire gravi danni: l’articolazione del ginocchio è la più grande del corpo umano, nonché una delle più complesse.
‘Quando le terapie non funzionano e l’articolazione risulta rigida e compromessa in modo irrimediabile, l’artroprotesi è spesso l’unica via da percorrere’ spiega Rodolfo Rocchi, primario dell’unità operativa di ortopedia del Salus Hospital di Reggio Emilia, che aggiunge: ‘La protesi può essere monocompartimentale, se basta sostituire solo una parte del ginocchio, bicompartimentale oppure totale. L’intera sostituzione dell’articolazione è uno dei grandi progressi nel campo della bioingegneria‘.
Operazione sconsigliata nel caso di soggetti giovani, il medico prenderà in esame età, stato di salute del paziente e qualità del tessuto osseo.
L’artroprotesi totale viene comunemente eseguita in anestesia locale, spinale ed epidurale, o generale, a seconda dei casi e dura in media un’ora: tramite un’incisione che va dai 10 ai 15 centimetri, il chirurgo raggiunge l’articolazione e asporta uno strato della superficie della tibia e del femore.
In quest’area il medico applicherà le componenti in lega metallica, che andranno a ricostruire la superficie articolare, fissata in genere con un apposito cemento. Infine, un cuscinetto di materiale plastico verrà sistemato fra le due componenti metalliche, al fine di rendere agevole lo scivolamento delle superfici.
Rischi? Patologie come infezioni o trombosi venosa mostrano una bassa incidenza, nel casoin cui l’operazione venga effettuata in una struttura idonea.
Il processo di riabilitazione parte già il giorno successivo all’intervento: per il ritorno alla solita routine occorrono almeno due mesi di riabilitazione, insieme a sedute di nuoto opportunamente concordate col medico di fiducia.
Al momento non si conoscono dati precisi sulla durata delle protesi: generalmente si indica una quindicina di anni, passati i quali circa il 95% delle ginocchia continua a funzionare.