Il seno rifatto è uno degli interventi più richiesti dalle donne di tutto il mondo. La mastoplastica additiva rappresenta quindi un’operazione di routine per un chirurgo plastico-estetico, ma prima di procedere è utile valutare tutti i costi e i rischi. Diverse sono le opinioni, così come le motivazioni.
Grazie alle protesi di ultima generazione, alle procedure chirurgiche più rispettose dei tessuti, alle tecniche anestesiologiche avanzate, oggi è possibile creare un eccellente risultato estetico, che non si limita a ingrandire il seno, ma lo modella, lo rende proporzionato, lo rassoda e ringiovanisce, con un effetto molto naturale. Infatti il rifacimento del seno viene richiesto dalle pazienti giovani per aumentarne le proporzioni, ma anche dalle pazienti di età più avanzata per ripristinare volume e forma, come si nota dalle scelte dei Vip.
Mastoplastica additiva: costi e allattamento
Il rimodellamento del seno che si ottiene con la mastoplastica additiva non agisce sulla fisiologia del seno, perché la protesi viene inserita sempre dietro la ghiandola senza intaccarne la funzionalità, quindi l’allattamento non viene compromesso. Molte donne temono che il seno resti freddo, ma i medici assicurano che le protesi mammarie non sono riconoscibili al tatto per la temperatura (e neanche per la consistenza molto simile a quella di un seno naturale). Dal punto di vista dei costi, l’intervento si aggira intorno agli 8.000 euro: 1.000-1.500 euro per le protesi; 1.000-1.500 per l’intervento in una clinica qualificata dotata di sale di rianimazione per ogni evenienza; 3.000-4.000 euro per l’equipe chirurgica; altre mille euro circa per la parcella dell’anestesista.
Mastoplastica additiva: rischi e complicazioni
Veniamo ora ai rischi e alle complicazioni. Nelle ore immediatamente successive all’operazione può insorgere un ematoma che va subito riconosciuto e drenato con un ritorno in sala operatoria. Il sieroma invece può comparire dopo qualche tempo e si manifesta con la formazione di liquido nella zona interessata dall’intervento; di solito si riassorbe in modo naturale, altre volte necessita un drenaggio, che permette la fuoriuscita del liquido, con cura antibiotica per evitare il rischio di infezione. Se si verifica un’infezione, una probabilità con incidenza pari a circa il 2%, viene trattata con antibiotici e, in alcuni casi, con la rimozione momentanea della protesi. Lo spostamento, detto anche dislocamento, slittamento o rotazione, accade quando la protesi si sposta dalla sede (chiamata anche cavità o tasca chirurgica) in cui è stata posizionata dal chirurgo. L’asimmetria mammaria dopo l’intervento chirurgico di mastoplastica additiva è sicuramente uno dei cattivi risultati della chirurgia estetica, mentre le cicatrici possono dipendere dalle caratteristiche della pelle della paziente. La rottura delle protesi non comporta danni alla salute della paziente, che dovrà procedere alla sostituzione. Con le nuove tecniche di chirurgia estetica, l’alterazione della sensibilità ai capezzoli e/o dell’areola è da considerarsi fisiologica nella quasi totalità degli interventi e si risolve in un arco di tempo da alcuni mesi a un anno. La contrattura capsulare è uno dei rischi imputabili all’eccessiva difesa da parte del corpo della paziente contro l’introduzione di corpi estranei, come le protesi appunto. La necrosi cutanea consiste nel rigetto delle protesi con la morte del tessuto circostante alla zona in cui è avvenuto l’intervento.
In ogni caso pensateci bene: la bellezza di una donna non sta in un corpo da Barbie.