La sindrome metabolica è una condizione fisiologica poco conosciuta e spesso trascurata dalle donne, ma facilmente diagnosticabile, anche ad occhio nudo. Uno dei sintomi più evidenti è la circonferenza del girovita, quando supera gli 85 cm nelle donne e i 100 cm negli uomini. La sindrome metabolica non va confusa con il prediabete, la resistenza all’insulina o l’intolleranza al glucosio; non possiamo nemmeno parlare di malattia. Piuttosto, è un insieme di fattori di rischio associati con l’obesità. Identificare la sindrome metabolica è fondamentale per scovare alcuni seri pericoli, ancora nascosti, per il nostro organismo.
Fattori di rischio
Per identificare la sindrome metabolica, oltre alla circonferenza del girovita, ci sono altri fattori di rischio da associare; un livello di glucosio nel sangue uguale o superiore a 110mg/dl a digiuno o se si stanno prendendo medicazioni per il trattamento di alti livelli di glucosio; trigliceridi uguali o superiori a 150mg/dl; livello di colesterolo HDL inferiore a 50mg/dl nelle donne (per gli uomini 40 mg/dl); pressione sanguigna superiore a 130 per la massima e ad 85 per la minima.
La sindrome metabolica colpisce una percentuale ampia della popolazione, circa un quarto di essa, senza risparmiare i giovani.
Perché preoccuparsi
La sindrome metabolica aumenta in modo significativo il rischio di sviluppare l’aterosclerosi, l’accumulo di placche nelle arterie coronarie che contribuisce a provocare problemi cardiaci, infarti e altre malattie collegati con il cuore.
Persone affette da sindrome metabolica presentano il rischio, superiore di 3.5 volte rispetto agli individui sani, di morire per una malattia cardiaca.
E benché non sia una diretta causa del diabete, la sindrome metabolica rappresenta un segnale della sua insorgenza. Di solito è raro soffrire di diabete e non di sindrome metabolica.
Come prevenirla e curarla
La sindrome metabolica va prevenuta, ed eventualmente curata, e l’esercizio fisico è un ottimo trattamento, soprattutto perché bisogna perdere peso. Una studio approfondito ha verificato che la sindrome scompare del tutto nel 30% dei pazienti che hanno utilizzato una cyclette tre volte a settimana, per venti settimane, partendo con sessioni da 30 minuti, aumentando fino a 50.
L’altro modo, meno salutare, consiste nella somministrazione di farmaci specifici da parte di uno specialista; ma, vista l’incidenza fondamentale dell’esercizio fisico, non sarebbe più opportuno provare a salire in sella e pedalare e poi, eventualmente, passare ai farmaci?
Questa opzione, comunque, va sempre valutata con un confronto tra medico e paziente, per cui è assolutamente sconsigliato prendere iniziative private.