Vi siete mai soffermate sulla grafia delle persone? La scrittura è come un’impronta digitale, attraverso di essa è possibile risalire alla personalità e all’intimità dei soggetti analizzati. Studi importanti sono stati condotti dal dottor Javier Velasco, psicologo della UNAM e grafologo, il quale sembra aver convinto anche molte aziende riguardo la veridicità delle sue teorie, tanto che sono in molti ad inviargli degli estratti scritti da parte di candidati a posiziono lavorative, in modo che lui possa analizzarne la grafia e consigliare di conseguenza. Ma come si decodifica la scrittura di una persona?
La grafia è trasparente, attraverso di essa è possibile vedere l’animo delle persone: questa in sintesi è la considerazione di Velasco. Sempre secondo lo studioso non è possibile falsificare la grafia per fingere un profilo diverso, essa è come un’azione riflessa, viene dalle profondità dell’inconscio. Inoltre ci tiene a precisare che lo studio della scrittura non può dire se una persona è buona o cattiva, o se è brava a fare i conti o a vendere: tramite essa è possibile stilare il tipo di profilo psicologico (timido, estroverso, etc), che poi va confrontato con quello particolare richiesto dall’azienda. Ovviamente una personalità timida non si può associare con il lavoro di venditore.
Ma, nel pratico, come si analizza la grafia? Allora Velasco afferma che è innanzitutto necessario scrivere su foglio bianco, a penna, almeno cinque righe, poiché inizialmente il cervello potrebbe non essere ancora sintonizzato. A questo punto il grafologo analizza l’inclinazione delle lettere, i margini, le pressione sopra il foglio, la direzione ed altri parametri, si rilegge più volte con attenzione e, dopo un processo di indagine basato sulle conoscenze psicologiche professionali (non possono farlo tutti), si può stabilire la personalità del soggetto.
Nel corso della vita alcuni parametri possono cambiare, ma la sostanza della scrittura resta sempre la stessa.
La grafologia è importante anche per la vita quotidiana, non solo per i datori di lavoro o per i terapisti: se, ad esempio, la nostra scrittura dovesse tendere leggermente verso il basso, potremmo trovarci in un momento di depressione che non abbiamo riconosciuto, che è latente. Insomma, la grafia è un ottimo strumento per la conoscenza di se stessi e degli altri.