I bordelli a Berlino rischiano la chiusura e questa volta non per colpa della crisi del settore, che di per sé registra incassi sempre in crescita. Parlando di numeri, alla fine del 2010 (secondo le stime del portale dell’eros berlinese BerlinIntim) le strutture del piacere erano più di settecento. Nel futuro prossimo rischiano di diminuire sensibilmente a causa di un provvedimento preso dalla commissione famiglia del Budenstag, la quale ha proposto di regolarizzare le varie realtà dislocate sul territorio, attraverso un controllo qualità: ‘Che sia provato che sia un servizio volontario, senza sfruttamento, che le donne siano coperte dall’assicurazione sanitaria e che non ci sia nessuno sfruttatore’.
Il provvedimento va inquadrato nell’ottica di una politica tesa alla lotta contro lo sfruttamento ed il traffico internazionale delle donne.
Berlino è la capitale del sesso a pagamento, non è un azzardo se diciamo che i bordelli rappresentano una delle grandi attrattive della capitale teutonica: luoghi come Artemis, Kamilla La Dee e il Tiffany sono costantemente affollati da uomini provenienti da ogni angolo del pianeta.
La Commissione famiglia ha trovato il consenso della maggior parte dei partiti, purtroppo però uno scoglio alla realizzazione di tale progetto esiste ed è il costo piuttosto alto dei controlli (troppo alto per un comune che porta sulle proprie spalle il peso di un debito insanabile) che andrebbero effettuati al fine di selezionare le realtà da mantenere in vita e quella da eliminare.
Il gioco quindi vale la candela?
La questione di questi locali, più che essere legata a questioni igieniche (in realtà questi luoghi sono talmente puliti da eguagliare la sterilizzazione ospedaliera), è orientata al controllo delle location in cui si trovano: molti di essi infatti sono collocati in seminterrati oppure piani terra di strutture abitative.
Il tempo ci racconterà se il progetto andrà in porto o meno, di certo una considerazione è d’obbligo: premettendo che Berlino è indubbiamente la capitale delle nuove tendenze, un limbo di libertà espressiva personale ed artistica, la decisione di toccare un ambito come quello dei bordelli in cui ognuno, sino ad oggi, ha avuto la possibilità di praticare la sessualità liberamente in base alle proprio personali inclinazioni, dimostra che l’intento è quello di omologare, normalizzare, più che regolamentare.