Internet per i giovani è più importante dell’amore o dell’amicizia. Quasi la metà di loro (40%) con un’età compresa tra i 18 e i 30 anni ha dichiarato, infatti, che la rete è più importante di uscire con una ragazza o con gli amici.
Le priorità in ordine di importanza sono: postare su Twitter, aggiornare la propria pagina su Facebook e tenersi aggiornato sul conto di quella degli amici. Attività come andare a una festa, fare una passeggiata nel parco e conoscere gente nuova sono diventate secondarie.
È quanto emerge da un rapporto realizzato dalla Cisco Systems di San Josè in California: il 55% degli intervistati dichiara che non potrebbe vivere senza Internet, uno su tre che il Web è come l’acqua, il cibo, l’aria per respirare. Secondo il rapporto ‘2011 Cisco Connected World Technology Report‘, ad essere maggiormente affetti da internet dipendenza sono i 30enni, giovani lavoratori, e non gli studenti adolescenti. Proprio per i giovani professionisti, perennemente on line, si fa sempre più fatica a tracciare il confine tra vita privata e lavoro.
Il rapporto ha coinvolto giovani di 14 paesi, tra cui l’Italia, in due indagini distinte, una su studenti e l’altra su giovani professionisti. Per il 55% degli studenti di college e ben il 62% dei giovani lavoratori è impossibile vivere senza internet, che è considerato parte integrante delle loro vite. Ben il 64% degli intervistati dichiara che se dovesse scegliere tra l’accesso a internet e l’auto, sicuramente sceglierebbe il primo. Inoltre due giovani su 5 dicono che è più importante Internet delle uscite con partner e amici e anche dell’ascolto di musica. E ancora, oltre uno studente su 4 (27%) dice che collegarsi a Facebook è più importante che andare alle feste o uscire. I giovanissimi che studiano ammettono di distrarsi continuamente mentre sono impegnati nei compiti o nella preparazione di esami, non potendo fare a meno di collegarsi, di leggere il ‘Tweet‘ di questo o quell’amico, di fare un salto su Facebook.
Infine, tra i lavoratori che usano Twitter, oltre due su tre (68%) seguono l’attività del loro capo o dei loro colleghi sul micro blog; il 42% segue entrambe, mentre solo meno di un terzo (32%) preferisce mantenere privata la propria vita personale.