Solo qualche giorno fa, vi avevamo dato la notizia secondo cui: il 4% degli adulti intervistati da un programma radiofonico della Bbc aveva confessato di spendere almeno 10 ore a settimana per il porno online. Ebbene, gli ultimi dati a disposizione sull’argomento ci dicono che questa passione ha contagiato pure le donne.
Colpite in egual misura ragazze giovani e signore di mezza età. Per qualcuna rappresenta semplicemente uno stuzzicante passatempo, per qualcun’altra rischia di trasformarsi in una vera e propria ossessione fino a determinare uno stato di pericolosa dipendenza.
Nel Regno Unito, dove il fenomeno sta assumendo contorni sempre più preoccupanti, l’hanno battezzata porno-dipendenza e sono nati dei portali di counselling destinati a chi abusa in forma patologica di materiale hard. Tra questi Quit Porn Addiction che fa sapere che tra gli utenti che si rivolgono al servizio, la quota rosa è di uno su tre, mentre fino a due anni fa, il fenomeno era sconosciuto.
‘Da quando ho aperto il sito – spiega il fondatore, Jason Dean, – la maggioranza dei casi è sempre stata maschile. Tutt’al più, i primi tempi le donne chiamavano per i compagni, nel tentativo di aiutarli. Ora ci arrivano tante richieste al femminile e la soglia d’età si è abbassata. Teenager e ventenni, studentesse o lavoratrici, sono in aumento‘. Il target è il più svariato, ma in genere si tratta di donne con un buon livello d’istruzione.
Ma cosa spinge le donne verso il porno on line? Secondo Dean ‘Sono persone sole, a disagio con se stesse, insoddisfatte della loro vita. Altre sono stressate dal lavoro, per cui cercano una fuga‘.
Negli ultimi anni è cambiato in modo sostanziale l’approccio al sesso sul web. ‘Prima le donne cercavano le chat-room, le storie per adulti dove si interagiva – prosegue l’esperto – Ora guardano i porno hardcore proprio come gli uomini. Forse sono in conflitto con le loro fantasie sessuali e sognano di dominare la situazione‘.
Anche in Italia il fenomeno sta conoscendo un certo sviluppo. ‘La porno-dipendenza femminile – ha dichiarato a questo proposito Giuseppe Lavenia, docente all’Università di Chieti e presso il Centro studi e ricerche Nostos di Senigallia – è in crescita del 10-15 per cento‘.