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Rinunciare per amore: giusto o sbagliato?

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Rinunciare per amore: giusto o sbagliato? Le rinunce in nome dell’amore sono un classico, ma fino a che punto è giusto sacrificare la propria vita per l’altro? Certo, in coppia è naturale scendere a compromessi, ma abbandonare tutto, lavoro, amici, affetti per seguire il partner può rivelarsi molto pericoloso. Anche se si è bendisposti, spesso subentrano, in un secondo momento, rammarichi e rivendicazioni inconsce, destinate a mettere a serio rischio la relazione. Prima di rinunciare, meglio pensarci bene, valutando attentamente se siamo davvero disposti a farlo.

Rinunciare in nome dei sentimenti

Può capitare di trovarsi costretti a scegliere tra la persona amata e la propria vita, moltissimi i motivi: favorirne la carriera, esaudire un suo sogno, far fronte a necessità di ordine superiore. Un grande passo che spesso lascia tracce indelebili, come una cicatrice dimenticata ma impossibile da eliminare. Secondo gli esperti, solo chi ha già vissuto pienamente la propria vita, chi è soddisfatto di se stesso e di ciò che è fatto, può riuscire a rinunciare in modo sereno, senza rischio di cadere nel perverso meccanismo dei rammarichi, dei rimpianti e delle rivendicazioni. Rinunciare per amore è infatti particolarmente insidioso, specialmente se si è costretti a lasciare una vita professionale e sociale soddisfacente. Abbandonare tutto in nome dei sentimenti potrà anche suonare romantico, ma col passare del tempo costa molto caro, portando talvolta alla fine dell’amore, nonostante le donne abbiano più rimpianti degli uomini.

Rinunciare: giusto o sbagliato?

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Le rinunce fanno parte della vita ma spesso è faticoso metabolizzarle, specialmente se si è attanagliati dai dubbi. Eppure non sono necessariamente negative, capita persino che aprano strade inaspettate, consentendo di fare esperienze nuove e determinanti per la propria trasformazione. Tutto sta nel percepirle come alternative, opportunità e nel saper elaborare la perdita, tanto più dolorosa se comporta una mancata realizzazione negli altri ambiti dell’esistenza. Se la persona che rinuncia non riesce, col passare del tempo, a realizzare le proprie ambizioni ed esigenze, il rischio è che si senta in diritto di un “rimborso”, cosa che ovviamente scatena rabbia verso l’altro e talvolta depressione, proprio come accade quando si tenta di superare una delusione d’amore. Una rinuncia va sì fatta col cuore, ma con l’ausilio del cervello!

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Maria Salerno

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