E’ originale e di tendenza, orientale e salutista, molto in voga tra le star, ma non solo, è la cucina macrobiotica, ma cos’è e come funziona sono davvero in pochi a saperlo.
Della cucina macrobiotica, infatti, capita di sentire parlare più come di una moda, che come di una scelta alimentare dettata da principi ben precisi che fanno riferimento ad un orientamento filosofico antichissimo, quello zen e dei monaci tibetani. Dunque, vediamo di capire bene come funziona questa cucina macrobiotica e cos’è innanzitutto.
Cominciamo dal suo nome, macrobiotico è un termine che deriva dal greco macros (grande) e bios (vita) quindi lunga vita. La cucina macrobiotica garantirebbe, dunque, una vita lunga in virtù del principio su cui si basa, vale a dire il raggiungimento dell’armonia attraverso un’alimentazione equilibrata fatta da alternanza di opposti principi e quindi di cibi dolci e amari, crudi e cotti, acidi e non acidi, salati e non salati così via.
Molto spesso la cucina macrobiotica è assimilata e confusa con la cucina vegetariana, in realtà non è affatto così poiché la cucina macrobiotica esclude sì la carne, ma include piccole quantità di pesce, non prevede l’assunzione del latte e dei suoi derivati, ma nemmeno di frutta e verdura.
Su cosa si base, dunque, la cucina macrobiotica? Su cibi ricchi di acqua e fibre ma poveri di nutrienti energetici, in particolare di proteine. Il riso è l’elemento principe della cucina macrobiotica in quanto è ritenuto l’alimento più equilibrato insieme alla soia, ai cereali integrali, agli ortaggi, alcuni frutti, semi, piccole quantità di pesce, ma anche cibi considerati inusuali come le salse fermentate e le alghe.
Bandite sostanze come frutta fresca e miele, perché direte voi? Semplicemente perché ritenute troppo sbilanciate su un versante, quello dello yin (principio femminile) piuttosto che dello yang ( principio maschile). Detto in soldoni, se la cucina vegetariana, pur escludendo per principi etici alcuni cibi, consente un’alimentazione bilanciata sulla scorta della combinazione opportuna di alcuni alimenti che comunque riesca a garantire l’apporto di tutte le sostanze nutrienti, lo stesso non può dirsi della cucina macrobiotica, che alla lunga può determinare per chi la fa forti carenze nutrizionali.
Al di là della scelta di cibi biologici, integrali e non trattati industrialmente, la cucina macrobiotica prevede anche certe tipologie di cottura e metodi di preparazione particolari. Le verdure, ad non vanno sbucciate e vanno tagliate molto finemente, il sale va aggiunto solo a cottura ultimata.
Anche la scelta delle pentole e delle stoviglie con cui preparare i cibi è fondamentale per la cucina macrobiotica: le pentole devono essere in acciaio inossidabile o in terracotta, gli utensili con cui girare e mescolare i cibi rigorosamente di legno e questo per non alterare lo stato dei cibi. Bandita la plastica e i suoi derivati.
La cucina macrobiotica promuove l’armonia con la natura e rifiuta ogni forma di consumismo.
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