In casa, le piante non mancano mai. Chi ama i colori, chi ha il pollice verde, fa di tutto per averle sul balcone, in terrazza o addirittura sui davanzali. D’altronde è innegabile, le piantine, decorano e portano allegria.
In particolare, le piante bulbose e quelle di comune coltivazione, sono presenti dappertutto. Nei balconi ci sono le rose, le margheritine, il gelsomino, fiori particolari conosciuti e non, erbe aromatiche e molto altro.
La gran parte di queste si coltiva facilmente, non serve necessariamente avere il pollice verde per ottenere dei buoni risultati, ma bisogna sapere alcune cose importanti, che a volte possono fare la differenza.
Piante bulbose, qual è quella presente in molte case italiane
Tra tutte le piante bulbose, ce n’è una in particolare che a prima vista può sembrare soltanto una bella piantina proprio come tutte le altre, ma che in realtà può causare non pochi problemi.
Stiamo parlando del narciso, le cui origini risalgono alle foreste tropicali, ma che piano piano sono diventate le beniamine dei giardini primaverili.
Il narciso è la pianta più bella e profumata da tenere in casa perché mette di buonumore con il suo profumo estasiante e il senso di leggerezza che regala.
La pianta è presente in tutte le case; ne esistono tante specie
Solitamente alcune piante con il narciso, si associano alla primavera. In realtà ci sono delle tipologie della specie, che fioriscono in altri periodi dell’anno e che quindi consentono di avere il balcone, il davanzale, il giardino o il terrazzino sempre colorato e profumato.
Ciò che bisogna fare è programmare attentamente la piantumazione del bulbo, in questo modo si possono ottenere fiori in qualunque stagione dell’anno. La cura del narciso è particolare, come lo è anche quella per i bulbi della Clivia e del mughetto. Ma non è difficile. Tra le varietà della specie c’è il “Paperwhite”, molto profumato ma soprattutto delicato e il “Tete-à-tete” adatto agli ambienti chiusi.
La coltivazione del narciso
Per coltivare il narciso è consigliato usare dei vasi profondi e ampi, all’interno dei quali va distribuito uno strato di argilla e un substrato di terriccio, in alternativa va bene anche un mix di terriccio universale e di sabbia, non troppo sottile.
Durante la fioritura, così come nel periodo successivo, si consiglia di utilizzare concimanti liquidi e poveri in azoto, purché siano ricchi sia di fosforo, che di potassio. Durante l’estate e la primavera, la pianta richiede un’annaffiatura costante. Invece, in autunno e inverno non è necessaria, anzi si sospende quando le foglie diventano gialle, questo è il periodo vegetativo dei bulbi. Solitamente questo periodo ha inizio tra febbraio e aprile.
Ciò che conta è che il terreno rimanga umido, ma non eccessivamente bagnato. Il narciso è una pianta che non teme il freddo, per cui sta benissimo al caldo, così come anche al freddo. L’impianto deve essere effettuato da settembre a novembre, in caso di clima temperato va bene anche gennaio. In questo caso il terreno deve essere asciutto e ben drenato. I bulbi si interrano a circa 25-30 cm di distanza tra loro, è meglio se il terreno è compatto.
Si piantano con la punta verso l’alto, sotto la superficie del terreno. Poi si possono tenere anche sul davanzale, li crescono benissimo.
Attenzione a questa piantina, alcune parti sono tossiche, cosa fare in caso di ingestione
Non tutti sono a conoscenza del fatto che questa pianta ha delle parti tossiche. Quindi, quando si vanno a fare lavori di giardinaggio, è consigliato utilizzare dei guanti protettivi e un paio di occhiali da lavoro. Bisogna a qualunque costo, evitare il contatto con gli occhi avendo le mani sporche di terra.
Invece, se si hanno gatti o animali domestici, il narciso va sistemato in modo tale da essere per loro irraggiungibile. Questa piantina è tanto bella, quanto pericolosa e velenosa. Non bisogna sottovalutare l’ingestione da parte di un cane, un gatto o qualunque altro animale. In questo caso è sempre consigliato rivolgersi ad un veterinario, anche quando l’animale non dovesse mostrare segni di sofferenza.
L’ingestione infatti può provocare, a lungo termine, disturbi neuronali oppure infiammazioni intestinali molto gravi. Per cui l’amico a 4 zampe, va curato al massimo entro le 24 ore, in caso contrario quel che si rischia è la morte.