L’aborto spontaneo è una triste realtà che colpisce, secondo le statistiche ufficiali, una percentuale variabile, dal 10 al 25%, delle gravidanze, entro il sesto mese. È un’eventualità difficile da affrontare, che porta con sé una serie di possibili conseguenze, fisiche e psicologiche, per l’aspirante mamma, che si manifesta con alcuni sintomi precisi ed è da attribuire a diverse cause. Ecco qualche informazione in più sull’aborto spontaneo, uno degli esiti più tragici di quello che dovrebbe essere un momento di “grazia”, fatto di gioia ed emozioni forti, la gravidanza.
Cause dell’aborto spontaneo prematuro nella prima gravidanza
Nel 60% degli aborti prematuri, a determinare il problema è un’anomalia cromosomica che ostacola lo sviluppo del feto. Già dalla prima ecografia solitamente il ginecologo saprà riscontrare il problema e mettere in allarme la donna incinta. Dalla tredicesima settimana i rischi di aborto per un problema cromosomico scendono al 10%. In generale questo rischio è più alto se la donna ha più di 30 anni e cresce notevolmente dopo i 35. Da non dimenticare che, al giorno d’oggi, le donne italiane fanno il primo figlio a 32 anni.
Altri fattori di rischio legati alla salute sono la formazione di fibromi (ammassi di cellule non cancerogene), infezioni, insufficienza del sistema immunitario, disturbi uterini etc.
Non sono infrequenti neppure i casi di gravidanza ectopica: il feto deve essere rimosso perché si impianta in una tuba.
L’aborto spontaneo tardivo
Se l’aborto spontaneo avviene quando la gravidanza è già oltre la dodicesima settimana si parla di aborto tardivo (dalla 24sima in poi può essere considerato anche parto prematuro). La prima gravidanza è più soggetta ad aborti spontanei precoci ma non si può escludere del tutto questa eventualità. Nel 15% dei casi a determinarlo è la dilatazione anticipata della cervice. Un’altra percentuale di casi è dovuta a problemi alla placenta.
Gravidanza extrauterina
Se l’embrione si impianta fuori dall’utero (nella tuba di Falloppio e più raramente anche in un’ovaia o nella cervice, si parla di gravidanza extrauterina.
Fattori di rischio
Il fatto che una donna su quattro abortisca spontaneamente durante la prima gravidanza, è indice della presenza di diversi fattori di rischio. Come abbiamo anticipato sopra uno è sicuramente l’età. Secondo alcuni medici anche alcune diagnosi cliniche comuni, come la sindrome dell’ovaio policistico o i fibromi, possono contribuire ad aumentare il rischio di aborto.
Determinante è anche lo stato di salute della donna: il rischio di aborto aumenta nella donne obese o eccessivamente magre.
Da evitare poi assolutamente il consumo di alcol, fumo e droghe.
I sintomi
La sintomatologia tipica dell’aborto spontaneo prevede, soprattutto, il dolore. Un dolore forte, intermittente, simile a quello che caratterizza i crampi mestruali intensi o una colica. Inoltre, si possono notare perdite ematiche abbondanti, emorragie e la dilatazione del collo dell’utero.
Le conseguenze
Un trauma vero e propria, una perdita difficile da accettare e superare. Ecco cos’è un aborto spontaneo, che nonostante l’ampia casistica, non può e non deve essere sottovalutato, né da chi lo vive in prima persona né da parenti e amici più cari.
Questo momento difficile a livello psicologico, comporta anche qualche conseguenza fisica. La stanchezza e il malessere generale accompagnano la donna per alcune settimane, così come le perdite ematiche. Anche il pancione, più o meno accennato, rimane per alcune settimane, alimentando, spesso, la tristezza per la perdita.