Bambini anticipatari nella scuola dell’infanzia: quali sono i pro e i contro? Non molto tempo fa si chiamava “primina”; oggi, invece, i bambini nati dal primo gennaio al 30 aprile (su richiesta dei genitori) possono frequentare la scuola primaria con un anno di anticipo. Sono cambiati, quindi, sia i tempi che i modi di fare questa richiesta, ma la sostanza per i bambini resta sempre la stessa. Questi, quindi, saltano direttamente alla scuola dell’obbligo, senza frequentare l’ultimo anno della materna. E, i genitori si chiedono: quali sono i pro e i contro di questa scelta?
I contro
In questi casi, per i genitori, non è semplice fare una scelta perché i bambini, per alcuni, potrebbero essere avvertiti come ancora troppo “immaturi” per saltare l’ultimo anno della scuola materna. Ovviamente, nel prendere una decisione, vanno valutati diversi fattori di varia natura: pedagogici, psicologici, sociali e familiari. Il fattore più importante da prendere in considerazione è proprio la maturazione psicologica del bambino. Se è vero che i genitori vorrebbero che i loro bambini saltassero le tappe e crescessero subito, è altrettanto vero che i tempi dei bambini devono essere rispettati. Il fatto che il piccolo inizi a contare o a scrivere non è un trofeo che i genitori devono esibire agli altri. E, purtroppo, anche anticipare di troppo l’inserimento e l’inizio alle primarie, ha il rischio di anticipare uno sviluppo cognitivo e psicologico che richiedono invece delle tappe e delle età ben precise. Del resto, secondo altri psicologi, se il bimbo non è abbastanza maturo, rischia di avere problemi di integrazione e demotivazione rispetto agli altri bambini. Per questo, valutando questi elementi, sarebbe in linea di principio sconsigliabile far frequentare i bambini come anticipatari.
I pro
Tra i pedagoghi c’è anche chi ritiene, invece, che mandare i bambini a scuola in anticipo possa avere dei vantaggi. Alcuni, ad esempio, sostengono che non ci sia alcuna controindicazione in tal senso perché i bambini di oggi, ricevendo molti più stimoli che in passato, sono più facili all’apprendimento. A sostenere questa tesi, anche Renato Dulbecco, premio Nobel per la medicina nel 1975. Nell’introduzione all’edizione italiana del libro “Montessori e il vostro bambino”, scriveva: “Per favorire lo sviluppo della personalità del bambino occorre permettergli libertà di azione, rispettare la sua autonomia mentale, riconoscere che impara usando tutti i sensi, ascoltando, vedendo, toccando e che apprende e si forma facendo e lavorando”. Secondo Dulbecco, però, già a quattro anni, tutti i bambini potrebbero sedersi sui banchi di scuola, quindi ben prima dei canonici sei anni. Vero è, però, che secondo lo stesso autore, per consentire questo accesso anticipato ai bambini, bisognerebbe rivedere gli schemi didattici messi in pratica attualmente. Insomma, le opinioni favorevoli e contrarie sono tante. Ai genitori la scelta!