Come abortire? Dove e quando? Quanto costa un’interruzione di gravidanza? Quando le donne si trovano a dover affrontare questa scelta, tra le più sofferte, le domande che si pongono sono tante. Come molte donne già sanno, comunque, l’aborto può essere sia spontaneo che provocato tramite un intervento sanitario. Nel primo caso si tratta di una scelta del tutto inconsapevole, legata a problematiche di tipo fisico. Nel secondo caso, invece, si parla anche di “interruzione volontaria della gravidanza”, perché è la donna a scegliere di non portarla a termine. Ma, come e dove viene praticato l’aborto e quanto costa?
Come iniziare
Iniziare il percorso dell’aborto è difficile e doloroso, specie quando questa scelta è legata a motivazioni economiche o a disagi psicologici e familiari vissuti dalla donna. Prima di arrivare alla difficile conclusione di interrompere la gestazione, dunque, è consigliabile prendersi qualche tempo per rifletterci su, considerando tutte le conseguenze legate a questo evento. Solo quando si è del tutto convinte di voler effettivamente abortire, si può cominciare questo percorso. In questo caso, la prima cosa da farsi, è rivolgersi al medico di famiglia oppure al proprio ginecologo. In alternativa, si può anche chiedere sostegno al consultorio familiare che si trova nella Asl del vostro territorio. Il medico è sempre tenuto ad esaminare con la donna la richiesta di aborto e a metterla a conoscenza dei tuoi diritti. Al termine del colloquio, il medico concede alla donna un periodo di riflessione non inferiore a 7 giorni e rilascia un certificato che attesta l’avvenuto colloquio. Nei consultori, invece, spesso la donna è invitata a parlare prima con l’assistente sociale o con lo psicologo. Ma, dove, quando e come abortire?
Quando abortire
Per la legge italiana l’aborto è consentito nei primi 90 giorni di gestazione, quindi entro le 12 settimane e sei giorni. La legge, tuttavia, consente anche l’interruzione della gravidanza oltre i 90 giorni, ma solo in caso di grave rischio per la salute materna. Anche in caso di gravi malformazioni fetali si può ottenere l’interruzione della gravidanza, così come nel caso di grave rischio mentale per la salute della donna (attestato con un certificato medico). Al di là di questi specifici casi, oltre i 90 giorni, non è possibile praticare l’interruzione volontaria della gravidanza.
Dove abortire
L’aborto viene praticato in tutte le strutture autorizzate: ospedali, cliniche private e cliniche convenzionate. Molti consultori gestiscono direttamente le liste d’attesa degli ospedali, molti altri hanno semplicemente libero accesso alle liste. Comunque, la maggior parte degli ospedali, accettano direttamente le richieste di aborto provenienti da qualsiasi luogo. Anche se è possibile imbattersi in alcuni regolamenti ospedalieri che, per esempio, accettano solo le pazienti che provengono dai consultori. Tuttavia, ogni Asl ha il dovere di garantire l’intervento di interruzione volontaria di gravidanza e di mettere in contatto le pazienti con le strutture più vicine. Ricordate poi che molti medici sono obiettori di coscienza e che, quindi, si rifiutano di svolgere interventi di interruzione di gravidanza. Ma, come avviene l’aborto terapeutico e non?
Come si pratica l’aborto
L’interruzione volontaria di gravidanza è un intervento che si pratica in day-hospital (generalmente in anestesia locale) e dura in tutto 20-30 minuti. Il metodo più utilizzato è quello di Karman che prevede l’aspirazione del contenuto uterino seguita da una blanda pulizia delle pareti dell’utero con un cucchiaio metallico. Se questa pratica viene eseguita tra l’ottava e la dodicesima settimana di gestazione è necessaria anche la dilatazione e la revisione della cavità uterina. In anestesia generale o parziale, la cervice viene dilatata per permettere il passaggio della cannula che ha un diametro maggiore rispetto all’intervento d’isteruzione.
Post aborto
Dopo l’intervento di interruzione volontaria di gravidanza si ha un dolore diffuso come quando si hanno le mestruazioni che può durare qualche minuto o al massimo mezz’ora. In questo caso basta anche un antidolorifico per alleviare i crampi e gli spasmi. Si consiglia di mangiare cibi solidi e freddi (l’ideale sarebbero il gelato e la frutta). No a bagni in immersione e sì, anche dal giorno dopo, a docce, bidet e lavaggio dei capelli. Il ciclo tornerà regolare dopo 40/50 giorni mentre si può prendere la pillola anticoncezionale già dopo 5 giorni dall’intervento.
Quanto costa
Ma, qual è il costo dell’aborto? L’intervento di interruzione volontaria di gravidanza non ha nessun costo se fatto in strutture autorizzate. Sono a pagamento solo i medicinali post aborto.
Aborto per le minorenni
Come abortire se si è minorenni? Se una ragazza che non ha compiuto ancora i18 anni vuole abortire ha davanti a sè due possibilità: parlare con i suoi genitori che si prendono la responsabilità dell’aborto firmando il certificato oppure rivolgersi al consultorio più vicino. In questo caso il medico firma un documento che la stessa paziente dovrà portare al giudice tutelare dei minori che autorizzerà l’interruzione di gravidanza.
Aborto farmacologico
Come abortire con la pillola? Entrata nel nostro sistema sanitario tra le polemiche, la pillola abortiva RU486 provoca l’interruzione della gravidanza senza arrivare all’intervento chirurgico. Si tratta di quello che, comunemente, viene anche chiamato aborto farmacologico indotto. La donna che intende abortire in questo modo deve cercare gli ospedali che ammettono questa pillola e, sempre con un medico, può iniziare il percorso. Le pillole usate per l’aborto farmacologico sono due: la mifegyne e la prostaglandina. La prima blocca gli effetti dell’ormone progesterone interrompendo, di fatto, la gravidanza. La prostaglandina, invece, provoca le contrazioni uterine e quindi l’espulsione dei tessuti embrionali. Quindi, in presenza del personale medico, la donna che intende abortire prende queste pillole e torna a casa. Poco dopo arriva l’aborto. Si consiglia di fare una visita di controllo dopo due settimane. Per qualsiasi altro dubbio sull’aborto chiedete al vostro medico.