Educazione bambini: il metodo della mamma tigre

Mamma tigre
Mamma tigre

E’ un articolo di qualche giorno fa, su un saggio pubblicato su Wall Street Journal ‘Perché le madri cinesi sono superiori’ che ci può far riflettere sui metodi educativi delle mamme, su quanto possano essere diversi anche di paese in paese. Autrice del saggio è Amy Chua, professoressa di Legge all’Università di Yale; nel libro spiega e insegna come riuscire a far crescere i bambini e farli diventare dei piccoli geni della matematica e prodigi della musica. I risultati secondo l’autrice si raggiungerebbero mettendo in pratica il cosiddetto metodo della mamma ‘tigre’, tutto rigore e severità, insomma, l’esatto opposto della classica mamma italiana ‘chioccia’.

Di seguito vi propongo un racconto tratto proprio dal saggio che è esemplare del metodo ferreo raccontato dall’autrice e riproposto di recente su un articolo di corriere.it, il portale del Corriere della Sera.

‘Chua racconta come riuscì a far imparare a Louisa, quando aveva circa 7 anni, a suonare al pianoforte un pezzo del compositore francese Jacques Ibert, ‘Il piccolo asino bianco’.Un pezzo molto bello, ma assai complicato per una bambina, perché ‘le mani devono suonare ritmi completamente diversi in modo schizofrenico’, ricorda. Lulu non riusciva a suonarlo. Nemmeno dopo una settimana di esercitazioni non stop. Così la madre tigre diventa un’aguzzina. Nasconde l’amata casa delle bambole della figlia, e promette di regalarla pezzo a pezzo all’Esercito della Salvezza, se non imparerà ‘Il piccolo asino bianco’ alla perfezione per l’indomani. Minaccia di farle saltare pranzo e cena, di non farle più regali a Natale, di abolire la festa di compleanno per 2, 3, 4 anni di fila. La offende chiamandola pigra, codarda, smidollata, patetica. Nemmeno l’intervento del marito Jed ferma la madre tigre, perché quelli non sono insulti, lei sta ‘solo motivando’ la figlioletta, si giustifica. La madre tigre è disposta ad ‘essere odiata’. Ma non rinuncia al suo metodo. Così torna dalla figlia e continua a torturarla, usando ‘ogni arma e tattica’ che le viene in mente. Madre e figlia provano al piano per tutta la sera fino a notte fonda, saltando la cena. Lulu non può alzarsi nemmeno per bere o per andare in bagno. La casa ormai è ‘una zona di guerra’, piena di urli. Poi all’improvviso Lulu riesce a suonare il pezzo. È ‘talmente raggiante’ che non vorrebbe più smettere di suonare.’

Insomma, secondo Amy Chua, sarebbe assolutamente indispensabile non far arrendere i bambini dinanzi agli ostacoli anzi, si dovrebbe aiutarli sempre a raggiungerli. Di sicuro l’idea di fondo non può considerarsi sbagliata ma il metodo secondo me è opinabile, abbastanza! Non siete d’accordo?

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