Infanticidio come l’aborto: lo sostengono due ricercatori italiani

neonato

E’ stata recentemente pubblicata sul Journal of Medical Ethics una chiara provocazione ‘alla rovescia’ da parte due ricercatori italiani che da tempo lavorano all’estero. Si tratta di Francesca Minerva e Alberto Giubilini che hanno affermato che se l’aborto è possibile lo dovrebbe essere allo stesso modo l’infanticidio. Questa fortissima affermazione è stata anche spiegata a livello ‘scientifico’.

Vorrei aprire l’articolo con un secco ‘Non toccate l’aborto’ per nessun motivo, né per provocare, né per criticare, l’aborto è stato un grande traguardo raggiunto dalla cività occidentale e non va toccato. Premesso questo, ecco perchè si è scatenata la bufera dopo la pubblicazione dell’articolo sul Journal of Medical Ethics.

Francesca Minerva e Alberto Giubilini sono due bioeticisti che lavorano all’estero da diversi anni e che hanno affermato sulla famosa rivista che ‘l’essere umano non è di per sè ragione sufficiente per attribuire a qualcuno il diritto alla vita … sia il feto che il neonato sono certamente esseri umani ma nè l’uno nè l’altro sono persone nel senso di soggetto di un un diritto morale alla vita‘. Per queste ragioni, sempre secondo i ricercatori l’infanticidio dovrebbe essere consentito per le stesse ragioni per cui si può abortire.

La provocazione non è nuova già in passato i bioeticisti Peter Singer, Michael Tooley e John Harris aveano affermato questo e in molte Università nel mondo oggi esistono dipartimenti che studiano queste ipotesi.

Ovviamente in Italia queste affermazioni vengono prese con grande orrore, principalmente dai filo cattolici, si legge infatti sull’Avvenire: ‘A fare scalpore non dovrebbe essere solo il contenuto del saggio, ma anche il prestigio accademico di cui godono certe argomentazioni, e le carriere a cui si accompagnano’.

I due bioeticisti sostengono l’infanticidio dando importanza all’interesse della madre e della famiglia. Riguardo a questo fanno riferimento alla la normativa olandese dove il Protocollo Groningen del 2002 consente di porre fine alla vita di un neonato con prognosi senza speranze attraverso una decisione presa dai genitori e dai medici.

L’argomento sembra interessare molti ricercatori e anche l’editore della rivista ha dichiarato di aver voluto dar spazio a tale teoria perchè non risulta essere marginale o poco trattata. In Italia il discorso è difficile è arduo, in questo caso mi sento di dar man forte mio malgrado ai cattolici, diciamo che basta l’aborto, il resto lo lasciamo ai dipartimenti delle Università. Cosa ne pensate?

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Francesca Rendano
Tags: ricerca

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