I dati Istat parlano chiaro, in Italia si fanno sempre meno bambini: nel 2010 ne sono nati 12.200 in meno rispetto al 2009, ma a far registrare una controtendenza ci pensano le donne straniere, oltre 104 mila nascite (18,8% del totale) sono attribuibili infatti a madri immigrate.
Proprio alle mamme straniere è stato dedicato il convegno ‘La salute materno-infantile dei migranti in Italia‘, promosso e presieduto da Ignazio Marino nel duplice ruolo di Presidente di Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale e Presidente di IMAGINE Onlus.
Si è trattato di un’occasione di confronto aperto sul tema della salute nelle donne migranti tra rappresentanti della politica, delle amministrazioni locali, delle strutture sanitarie del Lazio e dell’associazionismo con l’obiettivo di condividere buone pratiche e progettualità future partendo dai dati e dalle criticità in Italia.
Se pensiamo che il 51% degli stranieri in Italia sono donne e 15 nascite su 100 avvenute nel nostro paese sono scrivibili a madri straniere che spesso non sanno dove e a chi rivolgersi appare ancora più evidente che le strutture sanitarie del nostro Paese debbano essere pronte a rispondere ai bisogni di questa fascia di persone, colmandone le fragilità e le paure, lavorando alla corretta integrazione di esse a tutti i livelli della società civile nel pieno rispetto delle loro diversità culturali e religiose.
‘Oltre il 51% della popolazione immigrata in Italia sono donne – ha spiegato Salvatore Geraci, Direttore Area Sanità CARITAS – una presenza eterogenea per provenienza e per progetto migratorio. E queste donne sono una popolazione generalmente sana ma resa fragile da una serie di fattori di rischio legati al loro inserimento sociale, all’accessibilità ai servizi, ai processi di integrazione ed inserimento ancora incerti e vischiosi e sempre più diversificati in ambito territoriale, a dinamiche familiari transnazionali non adeguatamente gestite. Eppure queste donne contribuiscono notevolmente al presente del nostro paese (sono quasi il 45% dei lavoratori stranieri, ma il 51% dei nuovi assunti; gestiscono di fatto parte significativa del welfare) e stanno costruendo il nostro futuro (94.000 nascite da madri straniere nel 2009, erano meno di 30.000 10 anni fa): i minori stranieri sono il 22% dell’intera popolazione non italiana. Sicurezza, integrazione, crescita sociale ed economica, non possono che coniugarsi con la valorizzazione di questa presenza capillare e spesso silenziosa, ed anche la sanità deve fare la sua parte con processi inclusivi e di reale empowerment’.
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