Il parto prematuro, quello che avviene cioè prima della 37 esima settimana di gestazione, è una delle più gravi complicazioni che possono insorgere in gravidanza e può mettere seriamente a repentaglio la salute del bambino.
Ma oggi un semplice test del sangue, effettuato durante il secondo trimestre di gravidanza potrebbe predire nella quasi totalità dei casi se si è a rischio di parto pretermine. La scoperta giunge da un gruppo di scienziati statunitensi della Brigham Young University (BYU).
‘Quello che mancava – spiega il dottor Steven Graves, che dirige la parte chimica della ricerca alla BYU – è un metodo di valutazione dei rischi. Il nostro approccio è stato quello di guardare le molecole presenti in natura che sono presenti nel sangue delle donne per vedere se siamo in grado di identificare i peptidi e piccole proteine che sono a livelli quantitativamente diversi nelle donne che vanno incontro a queste complicazioni‘.
La ricerca è durata 9 anni e, in questo tempo, i ricercatori hanno identificato tre nuovi biomarcatori del peptide che, in combinazione con alcune proteine, possono segnalare un alto rischio di parto pretermine. Tutto questo è stato possibile utilizzando soltanto una goccia di sangue prelevata alla ventiquattresima settimana di gravidanza.
Il test è stato provato su 160 donne incinte, di cui 80 avevano avuto un parto regolare e le altre 80 un parto pretermine. I risultati sono stati molto promettenti e la possibilità di predire per tempo il rischio cambia di fatto l’approccio medico e di decorso della gravidanza, potendo fornire tutta l’assistenza atta a ridurre il più possibile il rischio di parto pretermine e prolungare la durata della gestazione.
‘Con il rischio di nascita prematura, se si potesse prolungare una gravidanza di una o due settimane, si potrebbe avere un grande impatto sul numero di bambini che sopravvivono e fare in modo che quelli che sopravvivono siano in buona salute. Con un solo intervento, si potrebbe avere un impatto davvero enorme‘, spiega Esplin sulla versione online dell’American Journal of Obstetrics and Gynecology, su cui è stato pubblicato in anteprima lo studio.
Il metodo per prevedere le nascite pretermine è stato brevettato dalla BYU e l’Università dello Utah ed è stato concesso in licenza all’azienda Sera Prognostics. La società spera di immettere il test diagnostico sul mercato nella prima metà del 2012.
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