La Pitiriasi Versicolor è una dermatomicosi, ma come curarla in gravidanza? Quali sono gli alimenti da evitare e quelli consigliati? La Pitiriasi Versicolor è una malattia della pelle causata da funghi che, proprio per questo, si riscontra maggiormente in primavera ed in estate. Il fungo che causa questa dermatosi, infatti, prolifera con il caldo. Non solo, l’attività ormonale intensa tipica della gestazione, rende la pelle più ricca di sebo e, proprio per questo, più adatta alla crescita del fungo patogeno. Cosa fare, quindi, quando nei nove mesi si riscontra questa dermatosi? E’ consigliabile assumere farmaci o è meglio puntare sui rimedi naturali?
Pitiriasi versicolor in gravidanza: cause
La pitiriasi versicolor (o fungo di mare) è una dermatosi provocata dalla Malassezia furfur, un fungo che cresce in ambienti grassi. Come già accennato, in gravidanza, a causa dell’intensa attività ormonale, la pelle è più ricca di sebo e quindi si rivela un terreno particolarmente favorevole per la crescita e la proliferazione del lievito. A favorire la diffusione del fungo patogeno è pure il caldo intenso e l’umidità. Non a caso, questa dermatosi compare spesso in primavera inoltrata ed in estate. Non solo, a favorire l’insorgenza dell’infezione sono pure tutti quegli ambienti in cui c’è un’umidità eccessiva, come le saune. Infine, anche l’utilizzo di biancheria sintetica (che non favorisce la traspirazione della pelle) può comportare la proliferazione della Malassezia furfur nelle parti intime.
Pitiriasi versicolor in gravidanza: è genetica?
Il fungo che causa la pitiriasi versicolor vive normalmente sulla pelle dell’organismo del 90% degli adulti, in condizioni di equilibrio e senza causare sintomi o disagi. Alcuni fattori, però, aumentano la probabilità che il fungo cresca a dismisura e si moltiplichi fuori controllo. Oltre al caldo e all’azione degli ormoni, possono essere determinanti:
Vero è, però, che ancora non è chiaro come mai questa dermatosi colpisca alcuni soggetti ed altri no. Anche la gravidanza è un fattore predisponente, ma non tutte le donne in attesa soffrono di pitiriasi versicolor. Per questo, alcuni studiosi hanno ipotizzato che alla base della diffusione del lievito possa esserci anche una predisposizione genetica. Insomma, anche in questo caso la familiarità potrebbe essere un fattore determinante. Ma, quali sono i sintomi della pitiriasi versicolor?
Pitiriasi versicolor in gravidanza: sintomi e foto
La pitiriasi versicolor in gravidanza e allattamento, come mostrato in foto, si manifesta con la comparsa di macchie della pelle circolari od ovali, soprattutto su schiena, petto, collo e braccia. Vero è che l’infezione può colpire in qualsiasi parte del corpo (anche sul viso) e più parti del corpo simultaneamente. Le macchie sono generalmente di colore più chiaro rispetto alla pelle circostante, ma possono essere anche rosa, color salmone e marrone chiaro o scuro. Inoltre le macchie tendono generalmente ad unirsi tra loro ed a formare macchie più grandi. La pelle, in corrispondenza delle macchie, può essere secca e desquamarsi. Inoltre, quando ci si abbronza, le macchie diventano più evidenti. Anche se la pitiriasi versicolor non è contagiosa, può essere fonte di prurito e disagio psicologico. Va infine ricordato che le macchie della pitiriasi versicolor non devono essere scambiate con i sintomi della vitiligine.
Pitiriasi versicolor in gravidanza: omeopatia e rimedi naturali
Come curare la pitiriasi versicolor in gravidanza? In generale, la pitiriasi versicolor si può curare con l’ausilio di farmaci ad uso topico (creme e lozioni) o sistemico (per lo più compresse). Tuttavia, in gravidanza è necessario avere qualche cautela in più. Come è noto, infatti, le donne in attesa non devono assumere farmaci se non dietro prescrizione e controllo medico. Ebbene, per la cura della pitiriasi versicolor in gravidanza si sconsigliano, in generale, tutti i farmaci sistemici, in particolare l’itraconazolo ed il fluconazolo. Questi farmaci, utilizzati generalmente nella terapia contro la pitiriasi versicolor, possono provocare anche gravi malformazioni al feto e disturbare il bambino in fase di allattamento. Anche gli antimicotici utilizzati a livello topico, come il miconazolo, richiedono prudenza, dato che un elevato assorbimento del preparato non è consigliabile, soprattutto nei primi mesi di gravidanza. Per questo generalmente, il ginecologo rinvia la cura della pitiriasi versicolor a dopo la nascita del bebè, anche perché si tratta di una patologia non pericolosa e contagiosa. Nel frattempo però, e solo dietro consulto medico, si può ricorrere all’omeopatia, che non ha effetti collaterali e controindicazioni. Tra i rimedi naturali, invece, il tea tree oil, da applicare sulle zone affette dall’infezione, almeno due volte al giorno. Questo olio aiuta a combattere i funghi naturalmente ma, qualora lo si debba utilizzare su zone molto estese, si consiglia di chiedere prima al proprio medico. La pitiriasi versicolor non è comunque connessa alla dieta, quindi non vi sono particolari alimenti da assumere o da evitare per sconfiggerla.
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