Come avviene il raschiamento? Quali sono le possibili conseguenze e il rischio per la salute ad esso connesso? Il termine “raschiamento” è generalmente collegato dal pensiero femminile a quanto avviene in seguito ad un aborto spontaneo. Tuttavia, il raschiamento trova anche altre applicazioni terapeutiche, che non sono altrettanto note. In ogni caso, però, si tratta di un intervento che “pulisce” l’utero e che viene solitamente effettuato in anestesia generale. Il tutto dura una quindicina di minuti al massimo. Ma, come avviene il raschiamento?
Come viene praticato
Il raschiamento vero e proprio è preceduto dalla cosiddetta “dilatazione” del collo dell’utero, che viene effettuata per permettere il passaggio dei ferri chirurgici. Con questi (in particolare con uno strumento dalla forma simile a quella di un cucchiaio), il ginecologo raschia le pareti dell’utero eliminando i frammenti di endometrio. Tutto l’intervento, però, viene effettuato nel giro di 15 minuti al massimo e la donna, dopo il day hospital, può tornare a casa in giornata. Questa procedura viene eseguita in caso di aborto spontaneo, ma anche in caso di interruzione volontaria della gravidanza. Purtroppo, nel caso di aborto spontaneo, il raschiamento è assolutamente necessario, in quanto bisogna eliminare il feto morto e l’endometrio, pena la fuoriuscita spontanea ed una conseguente emorragia molto pericolosa. Un uso terapeutico del raschiamento, invece, può essere fatto nei casi di sanguinamenti in donne già in menopausa, nel caso di polipi, piccoli fibromi uterini, tumore dell’utero e iperplasia dell’endometrio. Ma, quali sono i rischi e le possibili conseguenze?
Rischio e conseguenze
Molte donne che sanno di dover sottoporsi ad un raschiamento si chiedono se esso comporti qualche rischio e se possa avere delle conseguenze, più o meno serie, sulla propria fertilità. In verità, non ci sono molte controindicazioni legate all’intervento di raschiamento che, anzi, non ha conseguenze neppure sulla fertilità della donna. Problemi potrebbero nascere solo nell’eventualità di patologie preesistenti, che limitano la possibilità di effettuare l’anestesia generale. In questi casi, però, si ovvia con un’anestesia spinale, che addormenta soltanto il collo dell’utero. Insomma, nessuna conseguenza particolare legata alla fertilità, che resta inalterata del tutto, essendovi dunque la possibilità per la donna di una futura gravidanza. Il raschiamento è sicuramente doloroso, anche dal punto di vista psicologico, ma il fatto che non comprometta la fertilità può essere un punto da cui ricominciare.
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