Quando parliamo di acqua pensiamo a quella del rubinetto o a quella che compriamo imbottigliata e pensiamo anche che questa sia l’unica differenza possibile che possiamo fare in materia. In realtà anche l’acqua si diversifica di volta in volta in relazione ai componenti interni, per esempio per la maggiore o minore presenza di sali minerali, piuttosto che di fluoro. Possiamo allora sceglierla anche valutando tutti questi elementi, adattandola alle nostre esigenze. Per valutare le caratteristiche della nostra acqua innanzitutto dobbiamo fare riferimento all’etichetta. Ogni bottiglia messa in commercio deve, per legge, possederla. Essa definisce la composizione dell’acqua su risultato delle analisi cliniche effettuate.
I componenti sono espressi in milligrammi/litro e a classificare come più o meno buona la nostra acqua sono soprattutto il minerale prevalente ed il residuo fisso. In particolare il residuo fisso equivale alla quantità di sali minerali disciolti in un litro d’acqua e misurati dopo un processo di evaporazione a 180°, quindi, quanto più questo valore è alto, tanto maggiore sarà la quantità di sali minerali presenti. Grazie a questo processo è possibile classificare l’acqua in quattro categorie: oligominerale o leggermente mineralizzata (il residuo fisso non è superiore a 500 mg/l , è indicata in quelle situazioni in cui si deve combattere la ritenzione idrica), ricca di sali minerali (il residuo fisso è superiore a 1500 mg/l ed è indicata in quelle situazioni in cui c’è una carenza di sali minerali), minimamente mineralizzata (il residuo fisso non è superiore a 50 mg/l, è adatta soprattutto per la preparazione dei latti in formula per i neonati), mediominerale (ha un residuo fisso tra i 500 e i 1500 mg/l e indica la classica acqua ‘minerale’).
In base al minerale prevalente possiamo distinguere tra: l’acqua fluorata (caratterizzata da una quantità di fluoro (F) superiore a 1mg/l, è utile in quelle situazioni in cui urge fortificare la struttura dei denti, ma, anche per prevenire la formazione delle carie; le donne in stato interessante e i bambini non dovrebbero assumerne più di 1,5 mg/l al giorno), l’acqua sodica (contiene una quantità di sodio (Na) superiore a 200 mg/l, è controindicata in quelle persone che soffrono di ipertensione arteriosa o che hanno alterazioni del sistema renale, mentre è invece indicata in quelle situazioni che ne indicano una carenza e per gli sportivi), l’acqua a basso contenuto di sodio (ha un contenuto di sodio (Na) inferiore a 20 mg/l, è indicata per quelle persone che devono combattere la ritenzione idrica, gonfiori e ipertensione e che quindi devono seguire una dieta povera di sodio ma anche per la preparazione di latti in formula o alimentazioni per neonati), l’acqua acidula (contiene anidride carbonica libera superiore a 250 mg/l ed è in grado di facilitare i processi digestivi), l’acqua magnesiaca (la caratteristica è la grande quantità, superiore a 50 gm/l, di magnesio (Mg), che agisce sul benessere del sistema nervoso e muscolare, agendo da antistress), ancora, l’acqua calcica (ha un tenore di calcio (Ca) superiore a 150 mg/l, è indicata nelle fasi della crescita e per prevenire l’osteoporosi e l’ipertensione), l’acqua solfata (è caratterizzata dalla quantità dei solfati (So) superiore a 200 mg/l, è indicata nei casi di difficile digestione e per stimolare le vie biliari), l’acqua contenente bicarbonato (è caratterizzata dalla quantità del bicarbonato presente, superiore a 600 mg/l, è maggiormente indicata per gli sportivi, per chi ha problemi di digestione difficile ma ha anche azione antinfiammatoria), infine, l’acqua ferruginosa o contenente ferro (è caratterizzata da un dosaggio di ferro (Fe) superiore a 1 mg/l ed è quindi indicata in quelle situazioni che richiedono un maggior apporto di ferro, in quei casi di anemia da carenza di ferro).