Insieme all’insonnia, il sonnambulismo è il disturbo del sonno più frequente dell’infanzia: colpisce circa il 15% dei bambini e adolescenti di età compresa tra i 3 e i 15 anni. Come si manifesta? Il corpo appare attivo, ma è assente un corretto controllo celebrale.
Per questo motivo il bambino può compiere movimenti automatici, anche se in modo incontrollato; per esempio: fare la pipì nel mezzo della stanza, aprire la porta di casa, scendere le scale e persino uscire. Il bambino sonnambulo guarda, ma senza vedere. Talvolta parla, anche se il più delle volte in maniera disarticolata. Infine non riconosce nessuno se si tenta di calmarlo quasi sempre si otterrà l’effetto contrario.
Sonnambulismo nei bambini
Nel bambino il sonnambulismo può determinare aggressività verso sè e verso gli altri, in modo particolare nei confronti di chi cerca di aiutarlo. L’aggressività tende ad aumentare soprattutto quando si cerca di riportare il piccolo a letto, o peggio, di svegliarlo. Per questo motivo è importante non cercare di svegliare il bambino sonnambulo poiché lo esporremmo ad una situazione molto stressante e di disorientamento. Anche in questo caso è del tutto inutile sgridare il piccolo durante la crisi di sonnambulismo, in quanto il bambino non ha alcun controllo cerebrale e non ricorderà nulla di quanto è accaduto: si sveglierà il giorno seguente come se nulla fosse successo.
Cause del sonnambulismo infantile
Le cause di questo disturbo fino a qualche settimana fa rimanevano sconosciute. L’unica cosa che si sapeva era che si tratta di un disturbo di tipo ereditario, quindi se uno o entrambi i genitori ne ha sofferto in passato per un certo periodo della sua vita, il figlio lo erediterà con molta probabilità. Se a soffrirne è stato solo uno dei due genitori, il 45% dei figli erediterà questo disturbo, mentre la percentuale sale al 60%, se a soffrirne sono stati ambedue i genitori. Grazie ad un gruppo di ricercatori americani, oggi, invece sappiamo che la causa è da rintracciare in un difetto del Dna, localizzato nel cromosoma 20 che con molta facilità passa da una generazione all’altra.
Rimedi del sonnambulismo infantile
La mancanza di controllo cerebrale fa si che i bambini si espongano a diversi rischi, nei casi più gravi potrebbero cercare di buttarsi dalla finestra o uscire di casa. Sarebbe utile dunque evitare situazioni potenzialmente rischiose come letti a castello, impalcature o scale facilmente accessibili e, quando si verifica l’episodio, sorvegliare il sonnambulo perché non esca di casa e non si metta in situazioni di pericolo. Non lasciare in giro e incustoditi tutti gli oggetti contundenti che ci sono a casa (forbici, temperini, coltelli..), assicurarsi che tutti i cassetti e le ante degli armadi siano chiusi (il bambino potrebbe andarci a sbattere), eliminare gli ostacoli da terra per evitare che inciampi (tappeti, sedie, giocattoli..), chiudere bene porte e finestre. C’è chi suggerisce che le persone vicine al sonnambulo prendano nota degli orari in cui si verificano di solito gli attacchi e provino per una settimana a svegliare il soggetto circa 15 minuti prima, tenendolo sveglio per almeno 5 minuti poiché la routine farebbe bene al sonno dei bambini.
Terapia del sonnambulismo
Per i sonnambuli adulti sono previste anche terapie farmacologiche a base di ansiolitici-iponotici come le benzodiazepine, ma nel caso dei bambini è consigliabile evitare questa opzione. Se il problema si presenta con assiduità si può pensare all’ipnosi che si rivela piuttosto efficace dal momento che consente di ridurre le fasi di sonno profondo. Una possibilità ulteriore è la terapia psicologica oppure semplicemente aspettare che passi, normalmente a partire dai 12-15 anni il disturbo scompare da solo.