La giustizia è uguale per tutti. Probabilmente non la pensa così una coppia di Castelfranco in provincia di Treviso, appena tornata dal viaggio di nozze in Nuova Zelanda. Al ritorno, infatti, una serie di eventi l’ha quasi ridotta sul lastrico, complice anche la rigidità del sistema giuridico italiano. Ma andiamo con ordine. La storia inizia due anni fa. Freschi sposi, la coppia lascia i figli dai nonni e partono per il loro viaggio di nozze: 20 giorni in Nuova Zelanda a casa di conoscenti. Per raggiungere l’aeroporto di Milano Malpensa utilizzano la Lancia Y della donna. Vacanza indimenticabile ma al ritorno, il 4 luglio 2008, non trovano più la loro macchina. Così in taxi raggiungono la stazione dei carabinieri più vicina e alle 15.23 sporgono denuncia per il patito furto dichiarando una data approssimativa, essendo impossibile stabilire quando i ladri si siano impossessati dell’autovettura.
Passano così due mesi ed il 10 settembre arrivano alcune notifiche di infrazione stradale rilevate dai T-Red in due differenti incroci di Milano. Federica cerca di farsi annullare le multe, ma le foto dei T-Red risalivano al 3 luglio mentre la denuncia era stata formalizzata il 4, sicchè le contravvenzioni non si possono annullare. La donna nel fare ritorno a casa, scopre che la cassetta della posta è strabordante di altre diffide. Infatti il 3 luglio il ladro era stato beccato prima da un autovelox a 143 km/h sulla tangenziale di Milano; poi sull’autostrada del Sole all’altezza di Scandicci a 151 km/h ed infine a Ferentino, sulla statale Casilina, dove una pattuglia della municipale non era riuscita a fermarlo. Non contento, il giorno dopo il ladro si è spostato nel centro di Roma ed è passato con il rosso alle 11.46 e alle 21.15 invece non si è fermato ad un posto di blocco della polizia all’imbocco della E 821 Roma-San Cesareo. Esasperati l’11 settembre i coniugi cercano quantomeno di farsi annullare almeno le multe del 4 luglio ma senza risultato in quanto viene loro spiegato che può essere cancellata solo quella delle 21.15 perchè l’infrazione delle 11.46 è avvenuta prima che fosse depositata la denuncia ossia alle 15.23. A questo punto il marito di Federica va su tutte le furie: Ma se alle 11.46 sarei passato col rosso a Roma come potevo essere 3 ore e 37 minuti dopo dai carabinieri di Milano con la denuncia già stesa e sottoscritta? Risposta: Si può fare. A questo punto l’unica cosa che resta loro da fare è pagare il conto: 3100 euro. Con l’impegno di non sottrarre punti patente. Step successivo: il giudice di pace. Abbiamo dovuto compilare un modulo per ognuna delle infrazioni che volevamo contestare. Incredibile, racconta Federica. Un mese dopo è fissata l’udienza ma le stampe delle fotografie scattate durante la vacanza non hanno alcun valore perchè si sa che la data può essere contraffatta. Il giudice vorrebbe aiutare i coniugi ma ha le mani legate. Ci vogliono altre testimonianze. E non ce ne sono. Le carte d’imbarco erano state cestinate; la dogana non aveva timbrato i passaporti al rientro in Italia; non c’erano ricevute di hotel o resort da esibire. Federica allora si attacca al telefono e chiama la compagnia aerea. Dopo settimane di discussioni arrivano tramite fax una serie di pagine con una lista di sigle incomprensibili che vengono decifrate a fatica: sono i decolli e gli arrivi per la Nuova Zelanda. La donna, aiutata da qualche pubblico ufficiale, riesce a far modificare l’ora di presentazione della denuncia: non più alle 15.23 ma alle 11.23 del 4 luglio, cioè 23 minuti prima che il veicolo passasse col semaforo rosso a Roma. Poi torna nell’ufficio competente dove produce copia della nuova documentazione e del traffico aereo, indicando il vettore che l’ha riportata in Italia. Ma qui la situazione precipita: Signora, lei qui dice di aver sporto denuncia alle 11.23 ma il suo aereo è atterrato alle 12.03, come la mettiamo?. Immaginate l’imbarazzo, la donna spiega i fatti ma alla fine restano da pagare le multe del 3 luglio: 2600 euro. Il tempo passa e la casa della coppia viene letteralmente sommersa da notifiche che invitano a pagare. I due decidono di ignorarle mentre nel frattempo alla donna vengono tolti tutti i punti patente. Con sommi sacrifici Federica riesce a comprarsi una nuova auto e col passare del tempo gli effetti di questa vicenda sembrano smorzarsi finchè due mesi fa un messo comunale bussa alla porta di casa dei coniugi. Nuova notifica, questa volta senza appello: o escono fuori 6.756 euro entro dieci giorni o parte il pignoramento dell’abitazione. Inoltre proprio in questi giorni il tribunale ha informato la coppia che il marito di Federica è stato giudicato colpevole di oltraggio a pubblico ufficiale dopo lo sfogo dell’11 settembre 2008 quando contestò la tempistica del tragitto Roma-Milano: 600 euro di multa o 20 giorni di reclusione. Non sono una criminale, eppure la legge si sta accanendo su di me e sulla mia famiglia in maniera totalmente insensata solo perchè non abbiamo la forza bruta di controbattere e di ribellarci a queste ingiustizie. Chi invece ha la coscienza sporca e non esita a sfidare la legge, se ne va in giro tranquillo. Questa vicenda mi ha insegnato che siamo soli a difenderci dai criminali ma anche da un sistema di leggi che serve a garantire false sicurezze. E questo è tutto.