Estate. Tempo di matrimoni. Vi descriverò il mio, improntato all’ospitalità nel rispetto del galateo delle nozze, alla sobrietà e semplicità, visti anche i tempi di crisi. Innanzitutto, credendo di far piacere agli ospiti, almeno alla maggior parte, l’intera cerimonia ha evitato tempi lunghi, con riconoscenza, credo, da parte degli invitati. Senza dubbio ci saranno state critiche, ma tanto ci sarebbero state comunque.
E’ stato scelto un giorno di fine estate, onde evitare la calura di luglio e agosto ed una location sulle colline circostanti per evitare spostamenti più o meno lunghi agli ospiti e per offrire un luogo fresco dove trascorrere una piacevole serata in compagnia di parenti e amici. Si è cercato, pur nel rispetto della cerimonia matrimoniale di offrire agli ospiti una serata che si avvicinasse alla normalità, che avesse la caratteristica di un incontro familiare ed amicale, all’insegna della semplicità e della frugalità. Innanzitutto è stato limitato il numero degli ospiti, invitando solo parenti molto stretti ed amici molto intimi, con somma gratitudine, ne siamo certi, di molti per il risparmio del regalo e della spesa per abiti e accessori. Anche qui non abbiamo tenuto conto delle critiche che ci sarebbero state comunque. La chiesa prescelta, sul Corso principale della città, facilmente raggiungibile dagli ospiti, ha colpito per la semplicità dell’allestimento floreale. Due vasi di cristallo con fiori dal lungo stelo ai due lati del portale, altrettanti all’inizio della navata, ai lati dell’altare ed una composizione davanti al tabernacolo. Un tappeto verde ed un inginocchiatoio con sedie di legno completavano l’allestimento. All’uscita niente voli di colombe ma solo petali di rose bianche, leggeri, profumati, impalpabili. Il book fotografico è stato essenziale, solo i momenti salienti della cerimonia, poche fotografie con gli invitati scattate sul sagrato e qualcuna che riprendesse l’ambiente del banchetto privilegiando angoli con luci, colori e confetti, tutto in stile reportage. Il trasferimento alla location ha richiesto tempi brevi. Aperitivo con stuzzichini vari: fritture, latticini, salumi, frittatine, quiche, focacce varie, solo, ovviamente, presentati con eleganza. Niente nomi strani o alla francese ma quelli usati nella vita quotidiana. A seguire tre primi e tanti contorni. Banco dolci: qui ci siamo dati alla pazza gioia. Golosità a non finire ma il trionfo è stata la Wedding Cake: una torta di pan di spagna a tre piani costituiti da tre quadrati degradanti, farcita di crema e frutti di bosco, guarnita di glassa bianca, decorata con melograno. La bomboniera: una rosa tea di seta da mettere in un vaso li Lalique o Baccarat, con le scuse a chi non lo possiede. Arrivato il momento dei saluti, gli ospiti di una certa età sono andati via, i giovani sono rimasti. Altri dettagli: la musica in chiesa ha previsto repertorio classico con l’Ave o Maria di Schubert; durante il banchetto musica napoletana e per finire un concertino di musica jazz. I vestiti: il mio molto semplice e lineare, tenendo conto della mia formosa silhouette; quello dello sposo un semplice completo grigio scuro con camicia bianca e cravatta rosso rubino. Dettaglio importante per chi leggerà: Non c’è stato alcun matrimonio, è solo la descrizione di come vorrei fosse il mio.