Come abbiamo già visto in un precedente articolo, la scrittura non è un mezzo utile solo ai periti, ai terapeuti o agli psicologi, ma è anche un valido strumento dal quale noi stessi possiamo trarre dei benefici. Leggere la propria scrittura aiuta infatti anche a conoscere la propria personalità, a scoprire il proprio carattere, insomma a tirar fuori lati ancora oscuri che appartengono ad una persona. Conoscenza degli altri e di se stessi, dunque, attraverso alcuni chiavi di lettura della grafia. Siete curiose di scoprirle e di provare anche voi? Continuate a leggere.
La lettera G rappresenta la sessualità (nonostante non abbia nulla a che fare con il punto G) e attraverso di essa si può dedurre se una persona è repressa, se è molto attiva, passionale, se ha problemi legato al sesso o se nutre delle perversioni.
Quando la O è molto rotonda e distaccata dal resto della scrittura, è possibile sapere se la persona ha dei complessi riguardo il peso e la forma fisica. Sempre la O manifesta la dipendenza da droghe o da alcol (si vedono due puntini), insieme alla lettere come la q e la g (le zampette si vedono tremanti)
La lettera I invece esprime il complesso relativo all’altezza ed è visibile nella sua forma bassa e ridotta.
Se le lettere hanno la tendenza a dirigersi verso l’alto e ‘pendono’ a destra, si può trattare di una personalità progressista o tendente alla leadership. Se la tendenza è esasperata, probabilmente ci si trova di fronte ad una persona incline a sovrastare gli altri. Al contrario, se la scrittura è diretta verso il basso, svela un carattere depresso o volto alla menzogna.
Gli ottimisti e le persone facilmente adattabili scrivono in modo sinuoso, mentre i rutinari producono delle lettere sempre della stessa dimensione.
Queste sono solo alcune chiavi di lettura, interessanti e curiose, ma non possono assolutamente essere utilizzate così per studiare la personalità: prima di tutto deve farlo solo un esperto, e secondo l’analisi della singola parola non ha senso, bisogna analizzare tutto il contesto e applicare le chiavi ad un sufficiente numero di parole (non meno di cinque righe). Ad esempio, se in un testo troviamo solo una volta la lettera O con i puntini, questo non vuol dire assolutamente che la persona in questione sia dipendente da droghe, anzi non ha alcun significato. Perché tutto ciò abbia senso si devono avere elevati riscontri quantitativi.