Come si fa l’autopalpazione del seno? L’autopalpazione è una pratica molto semplice di autodiagnosi che tutte le donne dovrebbero conoscere bene. Essa, tuttavia, va eseguita seguendo le indicazioni mediche che, ad oggi, la maggior parte delle donne, non conosce. Eppure dovremmo imparare tutte come si fa l’autopalpazione perchè la diagnosi precoce è la più grande garanzia di successo nel trattamento e nella prevenzione dello sviluppo del tumore al seno. Non solo, i seni possono essere interessati anche da altre patologie, rilevabili proprio grazie all’autopalpazione. A cosa serve, dunque, questa pratica?
A cosa serve
A cosa serve l’autopalpazione e perchè andrebbe effettuata periodicamente? L’autopalpazione permette alle donne di auto-esaminare il seno da casa riscontrando molte patologie che possono interessare quest’ultimo. Non solo il tumore al seno – che è tra le prime cause di morte tra le donne – ma anche altre formazioni benigne, come le cisti e il fibroadenoma (formazioni tondeggianti o, comunque, di forma regolare). Alcune di queste formazioni possono essere anche del tutto asintomatiche – quindi non comportare manifestazioni particolari – per cui l’autopalpazione risulta essere spesso l’arma più efficace. Eseguendola bene (rispettando le indicazioni mediche), poi, si possono evitare alcuni esami diagnostici di routine, che secondo alcuni possono avere anche effetti collaterali sul lungo periodo. Come fare, dunque?
Come si esegue
L’autopalpazione del seno è una tecnica semplice che ogni donna dovrebbe imparare a fare e praticare costantemente. Più in particolare, l’autopalpazione andrebbe eseguita una volta al mese, preferibilmente sempre nello stesso giorno del ciclo, da scegliere tra i primi cinque, visto che in questi giorni il seno è meno congesto e quindi più facilmente esaminabile anche da persone inesperte. Per le donne in menopausa, invece, vale solo la regola di scegliere un giorno fisso al mese in cui eseguire l’esame. Attraverso l’autopalpazione le donne devono andare alla ricerca di qualsiasi tipo di alterazione del seno. Vanno ricercate, quindi, le formazioni asimmetriche, ma anche quelle simmetriche (potrebbero essere delle cisti). Va esaminato accuratamente anche il cavo ascellare (dove occorre prestare attenzione all’eventuale ingrossamento di linfonodi) e devono far sospettare le variazioni di forma del seno, le eventuali asimmetrie tra le due ghiandole, la retrazione del capezzolo e la secchezza e le irritazioni della pelle. Per un corretto esame, poi, è fondamentale stare rilassate e posizionarsi davanti allo specchio. Inoltre, si consiglia di poggiare la mano del lato corrispondente a quello che si intende esaminare dietro la testa, in modo da sollevare il braccio. E’ preferibile anche suddividere la ghiandola mammaria in quattro quadranti e procedere gradualmente all’esame di ciascuno, con movimenti circolari (facendo come dei cerchi concentrici) con i polpastrelli. Per qualsiasi altro dubbio su come eseguire l’autopalpazione, chiedete al vostro medico.
Foto tratta da Pixabay
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