Depressione post-partum: i sintomi da non sottovalutare

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Tra le nuove proposte per la depressione post-partum prima tra tutte svetta la diagnosi precoce: conoscere i sintomi da non sottovalutare è essenziale per far sì che il disturbo non si cronicizzi e nonostante proposte estreme come quella che lo scorso giugno ha preso in considerazione il TSO per le mamme a rischio, oggi possiamo dire che con le giuste terapie sconfiggere questa malattia sia possibile.

A suggerire una linea dura per arginare i drammi delle mamme assassine erano stati lo scorso giugno Giorgio Vittori, presidente della Società italiana di Ginecologia e Ostetricia e Antonio Picano, presidente dell’Associazione Strade Onlus e responsabile del progetto Rebecca per la prevenzione e il trattamento della depressione in gravidanza e nel puerperio.

Gli esperti hanno calcolato che ogni anno 50-75mila mamme italiane vengono colpite dalla depressione post-partum, con un costo sociale valutato in circa 500 milioni di euro su 12 mesi. I casi tanto gravi da costituire una minaccia per la vita del bebè sarebbero dell’ordine di mille all’anno.

Tuttavia sconfiggere la depressione post-partum è possibile: in primo luogo conoscendola.

Questa malattia comprende fattori ormonali, psichici e psico-sociali. Può comparire a distanza tra le 4 e 12 settimane a distanza dal parto e tramutare un disagio in qualcosa di ben più pesante da sostenere.

Riguardo i fattori ormonali, bisogna dire che con il parto i livelli di estrogeni e progesterone si riducono, il livello di prolattina si innalza e la concentrazione di cortisolo dapprima crolla per poi innalzarsi nuovamente. Si tratta di cambiamenti ormonali che secondo studi diversi incidono sul tono dell’umore.

A questi vanno ovviamente ad aggiungersi i fattori psichici: doversi occupare in modo prioritario dei bisogni di un neonato può creare uno stato di ansia che può calare una donna nel dramma del completo annulamento di se stessa, senza contare i cambiamenti di un corpo che dopo una gravidanza serena può improvvisamente trasformarsi in un senso perdita incolmabile.

Tra i fattori psico-sociali l’assenza del compagno che dopo i primi giorni viene riassorbito dal lavoro lasciando poco spazio alla collaborazione nell’accudimento del neonato, nonostante negli ultimi anni si siano registrati casi di depressione post parto anche per i papà.

Per il 12-15% delle neo mamme può comparire un sentimento di disagio. Il primo sintomo avvertito è un sentimento di crescente solitudine, seguito da irritabilità, stress e stanchezza.

La fase della depressione è lo stadio più acuto della malattia e se la depressione post-partum può colpire una percentuale di donna, sappiate che forme pur lievi di depressione affliggono circa il 70% delle neo mamme.

La differenza? L’isolamento: è importante circondarsi di figure familiari a cui affidare i propri dubbi e chiedere aiuto, non sentirsi egoiste nel ritagliarsi un momento da dedicare al partner per ridefinire il rapporto, regalare anche solo un’ora a ste stesse, il tempo di un bagno caldo o un hammam, per ritrovare il proprio io.
Del resto nelle società antiche una donna, una volta mamma, non veniva mai lasciata sola.

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