I videogiochi fanno male alle donne: sarebbe una ricerca scientifica sviluppatasi all’interno dell’Università di Yale a dimostrarlo. I videogames, che nei maschi produrrebbero una sindrome cosiddetta da dipendenza da battaglie virtuali riscontrabile esclusivamente in una percentuale minima di soggetti, nel genere femminile contribuirebbe ad evidenziare in maniera significativa comportamenti più aggressivi. Fare a botte, manifestare la propria rabbia in maniera violenta, essere spericolate e sexy può ricordare la dirompente carica esplosiva di una grande protagonista dell’universo game, come Angelina Jolie nella ben nota interpretazione di Tomb Raider, ma può suscitare importanti interrogativi: voi cosa ne pensate?
Secondo la Yale University tra i maschi solo il 4,9% dei giovani può sviluppare un’ormai tristemente famosa sindrome da dipendenza da battaglie virtuali, tuttavia l’utilizzo dei videogiochi all’interno dell’universo femminile produrrebbe un generale aumento dei comportamenti aggressivi.
Certamente pulsione all’aggressività e autocontrollo sono due poli importanti che entrano con forza tra le esigenze della nostra formazione di individui e se nelle società tradizionali il rituale contribuiva a bilanciare e focalizzare il senso di queste due rilevanti impulsi, oggi le regole sembrano completamente cambiate.
Lo studio effettuato dalla Yale University è stato condotto su 4.028 liceali fra 14 e 18 anni, ma le sue conseguenze riguardano con prepotenza anche il mondo adulto.
In oltre il 95% dei casi l’utilizzo di videogiochi non appare dannoso e solo il 4,9% dei giovani sembra poter sviluppare una sindrome da dipendenza da battaglie virtuali.
Chi trascorre almeno un’ora la settimana tra i videogame, mostra un minor utilizzo di tabacco e droghe, tuttavia tra le ragazze i videogiochi sembrano connessi a aggressività e compartamenti che solitamente ricordano il mondo maschile, tra cui fare a botte, utilizzo di coltelli e armi, oltre a una tendenza generale verso la violenza.
L’aggressività propria del mondo dei videogames sembra turbare le donne, in senso psicologico e fisico, tanto che le femmine coinvolte nello studio hanno mostrato dati relativi a un sovrappeso, che tra i maschi non è stato registrato.
‘La popolarità di questo passatempo fra i giovani rende obbligatorio verificare l’eventuale associazione con fattori di rischio per la salute, in modo da individuare potenziali interventi di prevenzione, così come piuttosto eventuali benefici che possono derivarne’ ha spiegato Rani Desai, tra gli ideatori della ricerca.
Interessante notare che secondo uno studio di Daphne Bavelier dell’Università di Rochester grazie ai videogame i ragazzi imparano a prendere le decisioni più in fretta del 25% e in maniera ugualmente precisa e consona: forse dovremmo semplicemente iniziare a riflettere sui contenuti, più che la generale demonizzazione dei games.
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