Cos’è l’immunoterapia? E, quali sono i tempi di somministrazione? Sono sempre più numerosi i soggetti che soffrono di allergie, non solo stagionali. I sintomi sono sempre gli stessi: naso che cola, rinite, starnuti e senso di malessere generale. In primavera, poi, infieriscono le allergie stagionali che provocano gli stessi sintomi e sono altrettanto fastidiose. In genere, a chi è affetto di allergie, si sconsiglia di venire a contatto con l’allergene. Questo, però, non è sempre possibile, come nel caso delle allergie ai pollini e alle graminacee. Il vaccino, dunque, può rappresentare una valida soluzione al problema. Ma, quando è consigliato? Aiuta veramente a fare prevenzione?
L’immunoterapia allergica o, più propriamente, immunoterapia ipo-sensibilizzante specifica consiste nella somministrazione, per iniezione o in gocce sotto la lingua, di quantità crescenti di sostanze, dette “allergeni”, che sono responsabili dei sintomi dell’allergia.
Introducendo nell’organismo gli allergeni responsabili, il sistema immunitario si abitua gradualmente a combatterli. In altre parole, la progressiva somministrazione nell’organismo delle sostanze responsabili dell’allergia, abitua quest’ultimo a tollerarle e, di conseguenza, si ha una progressiva scomparsa dei sintomi.
La terapia desensibilizzante per l’allergia ha spesso efficacia e porta alla progressiva scomparsa dei sintomi. I vaccini esistono per trattare quasi tutte le allergie: per l’allergia ai pollini, agli acari, per quella alle graminacee o alle punture di vespa. Non esistono, invece, vaccini appositi per trattare l’allergia alimentare.
Si può scegliere sempre tra due diverse modalità di somministrazione del vaccino: sublinguale e iniettivo. Nel primo caso, le gocce vengono messe sotto la lingua, nel secondo si procede con iniezione. Infine, si può optare anche per il vaccino omeopatico; in gocce o granuli è fatto con le sostanze che causano l’allergia, ma sono estremamente diluite, secondo i principi dell’omeopatia.
Per quanto riguarda i tempi e le modalità di somministrazione, il vaccino può essere somministrato anche nei bambini piccoli (a partire dai 5 anni) e, ovviamente, negli adulti (anche dopo i 60 anni). Prima di procedere, il medico compie prima tutte le indagini necessarie ad accertare che non vi siano controindicazioni o effetti collaterali.
Per quanto riguarda le tempistiche di somministrazione, a meno che non vi siano particolari esigenze, l’immunoterapia dura dai 3 ai 5 anni.
L’immunoterapia con il vaccino non è sconsigliata neppure nel caso si stiano già assumendo dei farmaci antiallergici. Il vaccino e le medicine anti-allergiche, quindi, sono totalmente compatibili tra loro. Anzi, se assunti insieme, apportano anche più benefici.
La differenza sostanziale tra i farmaci anti- allergici ed il vaccino è che, nel primo caso i sintomi sono alleviati solo momentaneamente; nel secondo, invece, si riducono progressivamente, fino a scomparire del tutto. Ma, rendersi immuni dalle allergie attraverso questo procedimento ha controindicazioni o effetti collaterali?
Il vaccino per le allergie è sconsigliato in caso di malattie del sistema immunitario o ematologiche. In generale è controindicato in presenza di malattie gravi. Anche l’asma grave può indurre il medico a sconsigliare il vaccino. Il medico, prima di proporre una cura tramite immunoterapia, dovrà quindi accertarsi della condizione del paziente e valutare eventuali controindicazioni.
Per quanto riguarda l’immunoterapia in gravidanza, il vaccino non è sconsigliato, ma si raccomanda di aspettare la nascita del piccolo. Se, invece, l’immunoterapia è già iniziata prima della gestazione, si può continuare ad assumere il vaccino. Chiaramente, anche in questo caso, è il ginecologo che valuta la situazione di volta in volta.
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