L’infarto intestinale ha diversi sintomi. Ma, quali sono le possibilità di sopravvivenza? E, questa patologia può causare la morte? L’infarto intestinale, o ischemia intestinale, è una malattia poco conosciuta che si verifica quando viene rallentata, o completamente interrotta, la circolazione di sangue verso l’intestino. Ciò causa una vera e propria necrosi (cioè la morte) di una sezione intestinale. Si tratta di una patologia da non sottovalutare se si considera che, in alcuni casi, può portare anche alla morte del soggetto che ne è colpito. Ma, quali sono i sintomi e le cause? Come fare prevenzione?
Cos’è
Anzitutto, va chiarito cos’è l’infarto intestinale. L’infarto intestinale, come anticipato, si ha tutte le volte che si interrompe la circolazione di sangue all’intestino. In questo caso può aversi la morte di una porzione, più o meno ampia, di quest’ultimo. Questa malattia colpisce soprattutto gli anziani, ma anche i neonati, che possono soffrire di enterocolite necrotizzante, sopratutto se nati prematuri. I sintomi, però, sono vari e diversi, a seconda delle cause scatenanti.
Sintomi
I sintomi dell’infarto intestinale si distinguono in base al tratto dell’intestino che viene colpito dalla malattia. Ad ogni modo, possono aversi:
- dolori addominali improvvisi e violenti
- diarrea associata a perdita di sangue
- stato di shock
- stitichezza cronica
- perdita di peso
- vomito e febbre
- ipertensione arteriosa
- tachicardia.
Questi sintomi possono apparire congiuntamente oppure disgiuntamente. Ad ogni modo, quando si manifestano e sono particolarmente violenti, è meglio consultare subito il medico.
Cause
Le cause dell’infarto intestinale, invece, sono numerose. Tra queste:
- ostruzione totale o parziale di un’arteria o di una vena che conduce il sangue all’intestino;
- pancreatiti;
- diverticoliti;
- appendicite;
- ascesso pelvico;
- formazioni neoplastiche;
- insufficienza cardiaca (il cuore non riesce a pompare abbastanza sangue per soddisfare le richieste dei tessuti);
- grave ipotensione;
- infezioni locali;
- eccessiva viscosità ematica;
- abuso di alcune droghe come cocaina ed amfetamine.
Di volta in volta, in base ai sintomi riportati, sarà il medico a fare la diagnosi.
Cure
Ma, quali sono le cure per l’infarto intestinale? Molto dipende, chiaramente, dalle cause scatenanti. In caso di occlusione delle vene e delle arterie, ad esempio, si interviene somministrando farmaci trombolitici ed anticoagulanti. Nel caso di problemi cardiaci, invece, si andrà ad agire su questi ultimi. Eventualmente, anche con un intervento chirurgico. In questi casi è, quindi, necessario un intervento tempestivo.
Infarto intestinale e sopravvivenza
L’ischemia intestinale cronica dovuta, ad esempio, ad un’ostruzione temporanea di vene ed arterie, ha sicuramente maggiori probabilità di essere trattata e curata In tempo. Se diagnosticate precocemente, infatti, le possibilità di sopravvivenza sono elevatissime. Viceversa, se la necrosi intestinale dipende da un improvviso mancato afflusso di sangue causato da un problema cardiaco (tra cui anche l’infarto), le possibilità di sopravvivenza possono ridursi drasticamente se non si interviene immediatamente, anche con intervento chirurgico. L’intervento, in molti casi, serve anche a riparare l’intestino colpito dalla necrosi.
Infarto intestinale e post operatorio
Il post operatorio dipende dal tipo di intervento chirurgico che viene effettuato. A seconda della complessità il paziente necessita di un maggiore o minore tempo per la completa ristabilizzazione.
Ischemia intestinale ed esami di laboratorio
La malattia ischemica intestinale, in alcuni casi, può essere diagnosticata con esami di laboratorio, tra cui un esame emocromocitometrico completo ed esami ematochimici.