Latte di soia, latte di mandorla, latte di riso: il latte vegetale dovrà cambiare nome. Il latte vegetale è sempre più diffuso, in sostituzione di quello classico. Si tratta di diverse bevande che, però, sono ricavate da fonti vegetali e non animali. Come suggeriscono i termini stessi, dunque, il latte di soia è derivato dalla soia, quello di mandorle dalle mandorle ed il latte di riso dal riso. Il latte viene estratto da questi prodotti con diverse tecniche e spesso viene erroneamente confuso come sostitutivo di quello classico. Ma, è davvero così? Come salvaguardare il nostro benessere?
Latte di soia, latte di mandorla e latte di riso: tutte le proprietà
Il latte di riso, il latte di soia ed il latte di mandorla sono denominati comunemente con la dicitura “latte vegetale”, anche in etichetta. Tutti hanno delle ben note proprietà benefiche. Il latte di soia, ad esempio, è ricco di proteine, previene il colesterolo ed aiuta le donne a combattere le vampate di calore in menopausa e l’osteoporosi. Il latte di mandorla, invece, fa particolarmente bene alla pelle. Il latte di riso, poi, ha poche calorie e pochi grassi; per questo è adatto anche a chi segue una dieta dimagrante.
Un latte vegetale particolarmente benefico è anche il latte di cocco, che è ricco di magnesio e fosforo. Ancora, il latte di nocciola, particolarmente benefico per la pelle. Infine, il latte di avena, che è ideale contro la stitichezza ed è più digeribile del latte tradizionale.
Latte vegetale: diciture vietate dall’Unione Europea
Il latte di origine vegetale è particolarmente benefico, quindi. Tuttavia, manca di alcuni elementi che sono, invece, necessari al nostro benessere. Tra questi, sicuramente il calcio, che fa bene allo sviluppo delle ossa, soprattutto ai bambini. Non solo, il latte animale, quello classico insomma, è ricco di vitamina D, fondamentale per per prevenire l’osteoporosi. Chi segue una dieta che comprende solo latte vegetale e prodotti vegani deve, quindi, arricchirla con questi elementi. Diversamente, deve scegliere un latte vegetale con una formulazione con aggiunta di vitamina D e calcio.
Proprio per sottolineare questa differenza, una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha statuito che: “i prodotti puramente vegetali non possono, in linea di principio, essere commercializzati con denominazioni come: latte, crema di latte o panna, burro, formaggio e yogurt” e che il diritto dell’Unione riserva tali denominazioni ai soli prodotti di origine animale. A partire da questa sentenza dell’Unione Europea, dunque, i produttori di latte o altri derivati vegetali dovranno adeguare le diciture in etichetta, evitando di utilizzare quelle vietate. Un passo in più nella tutela dei consumatori.