Perde 49 chili ma ancora non accetta il suo corpo

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Perde 49 chili ma ancora non accetta il suo corpo. «Ho raggiunto il mondo delle persone di medie dimensioni. Ma questo non significa che io abbia raggiunto un equilibrio. Seduta in quella vasca nella Spa, ho pensato a tutte le cose che ho fatto al mio corpo: l’ho odiato, nascosto, l’ho fatto morire di fame. L’ho tagliato. Gli ho fatto male. L’ho fatto guarire. Ho promesso a me stessa che ogni volta che avrei guardato quella cicatrice, mi sarei sentita grata per il mio corpo e poi ho dimenticato quella promessa».

Questa è la testimonianza di Elna Baker, una scrittrice che pesava ben 120 chili e che, dopo una dieta rigida, ne ha persi 49. La donna però racconta di come, anche dopo la dieta ferrea, abbia comunque continuato a non accettare il suo corpo, che portava ormai i segni indelebili del suo aumento di peso. E infatti, Elna, dopo la dieta, si è ritrovata con un eccesso di pelle in più sulla pancia, sulle braccia e sulle cosce. Racconta che all’inizio ha cercato di eleminarla con l’esercizio fisico e le creme per il corpo, ma senza risultati. Alla fine ha deciso di sottoporsi anche ad un intervento di chirurgia plastica che, secondo lei, neppure è servito ad “aggiustare” le cose.

“Ho subito quattro interventi, eliminando oltre 10 chili di pelle in totale. Per guarire, ho dovuto stare con le gambe divaricate a letto per un mese. Scusate, compagni di stanza. Ora, ho una cicatrice che gira completamente attorno alla mia vita, come se un mago mi avesse tagliato a metà. Ho due cicatrici che percorrono le mie gambe come il cavallo dei pantaloni. Ma anche l’intervento chirurgico non è riuscito a rimuovere tutta la pelle in più. Quando tengo aperte le braccia e le gambe, ho ancora l’aspetto di un scoiattolo volante. Ho smagliature che scendono dalle spalle e, se mi chino, le mie tette cadono come sacchetti vuoti”.

Insomma, Elna fa ancora fatica ad accettarsi totalmente ma, spiega, vorrebbe ruscirci. “Io non so voi, ma io sono così stanca di lottare per la cazzo di bellezza. Ho perso dal 10 al 20% del mio tempo a pensarci ogni giorno negli ultimi 20 anni. Pensieri che mi hanno tolto la possibilità di dedicarmi a cose più importanti. E, dopo tutto questo tempo, non ho nemmeno risolto i miei problemi. Mi sentirei un’ipocrita a dire agli altri di accettare se stessi quando io non lo faccio. La verità è che secondo me tutti dovrebbero accettare se stessi, tutti, tranne me. Questa è la malattia che sto ancora cercando di superare”.

Un racconto davvero toccante quello di Elna; è la storia di una guarigione dalle cicatrici della mente, che si fa fatica a conquistare, ma che non è impossibile.

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