Quali aree del cervello vengono attivate nel difficile momento di una scelta particolarmente importante? Quando dobbiamo prendere decisioni importanti lo facciamo con la parte più antica del cervello. Strutture del nostro cervello formatesi in tempi più recenti, come la corteccia cerebrale, costituiscono le aree deputate ai processi decisionali, ma gli studi degli ultimi anni sui meccanismi neurologici dietro ai ragionamenti complessi concordano sul fatto che siano soprattutto le parti antiche del cervello a giocare un ruolo decisivo nelle scelte difficili: un cervello antico fondamentale quando accettiamo o rifiutiamo un lavoro, pronunciamo il fatidico sì e persino se decidiamo di fare shopping. Le nuove scoperte, messe a punto in ambito milanese, saranno utili per studiare un approccio terapeutico allo shopping compulsivo e al gioco d’azzardo, quando prendere decisioni diventa patologico.
L’indagine è appena visto la pubblicazione, sulla rivista Social Neuroscience d è stata condotta da un gruppo di ricercatori appartenenti all’Università di Milano e alla Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico: neurologi, psicologi, neurochirurghi e ingegneri sono stati guidati dal professor Alberto Priori, in collaborazione con la Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, l’IRCCS Galeazzi di Milano e l’IRCCS Istituto Istituto Neurologico Mondino di Pavia al fine di studiare quali aree del cervello sono implicate nell’azione di prendere decisioni.
Lo studio ha dimostrato che nel prendere decisioni il subtalamo possiede un ruolo fondamentale: un’area del cervello estremamente piccola e antichissima, una struttura che si trova in profondità nell’encefalo umano, che mostra di attivarsi in particolare quando l’individuo deve prendere decisioni importanti da cui deriva un conflitto.
Lo studio è stato condotto su 16 pazienti nei quali, a causa di altre patologie, erano stati impiantati elettrodi millimetrici all’interno del cervello: le speciali apparecchiature hanno consentito di registrare l’attività dei neuroni nel soggetto sveglio mentre eseguiva dei test in un laboratorio di psicologia sperimentale.
Ai pazienti venivano presentate sullo schermo di un computer delle frasi, alcune di queste neutre, come per esempio ‘il sonno è un elemento necessario alla vita’ o ‘il violino è il più piccolo strumento ad arco’, altre invece concernenti importanti questioni della vita, non conflittuali, quali ‘tutti gli uomini hanno il diritto di vivere’, ‘i malati hanno il diritto di essere curati’ e altre conflittuali: ad esempio ‘alcuni reati devono essere puniti con la pena di morte, ‘l’aborto è ammissibile quando il feto è malato’.
Gli elettrodi registravano l’attività elettrica del subtalamo, mentre il paziente esprimeva l’accordo o il disaccordo.
‘I risultati di questi esperimenti dimostrano per la prima volta il ruolo del subtalamo nei processi decisionali che generano un conflitto. Tutto ciò, oltre ad essere importante per la comprensione neurofisiologica dei processi decisionali, è rilevante per sviluppare nuovi approcci terapeutici a disturbi come lo shopping compulsivo, il gioco d’azzardo patologico, l’ipersessualità. Così come per studiare più a fondo l’eventuale capacità decisionale in pazienti con ampie lesioni della corteccia cerebrale’ ha spiegato la dottoressa Manuela Fumagalli, ricercatrice presso l’UO di Neurofisiologia della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Policlinico, che ha preso parte allo studio.
Siamo esseri proiettati verso la tecnologia e il futuro. Eppure ragioniamo con una parte antichissima del vostro cervello, soprattutto per quanto riguarda decisioni importanti, laceranti: è in fondo l’istinto millenario del subtalamo a lanciare la verità dei nostri più segreti conflitti. Non è terribilmente affascinante?
In questo senso anche le problematiche relative a desideri, ossessioni e dipendenze compulsive potrebbero possedere nuovi scenari di comprensione.