Le proprietà, i benefici e le controindicazioni del rabarbaro sono diversi. Il rabarbaro è una pianta originaria della Cina e del Tibet dalle grandi foglie e dai fiori di modeste dimensioni. L’utilizzo del rabarbaro viene fatto risalire già al 2.700 a.C.; oggi lo possiamo sfruttare per regolarizzare l’intestino, per la bellezza della pelle e dei capelli, ma anche per la sua azione antiossidante (che protegge dall’invecchiamento precoce e dalle malattie ad esso connesse). Ma, quali sono le altre proprietà e gli altri benefici di questa pianta di origine asiatica?
Proprietà
Il rabarbaro è composto per il 93% di acqua, per l’1,7% di fibre e per la parte restante di carboidrati, proteine e zuccheri. Presenti anche alcune vitamine dei gruppi A e B e, in misura minore, la C, la D, e la K. Buono anche il contenuto di sali minerali, tra cui calcio, ferro, fosforo, magnesio, potassio e selenio.
Benefici
Uno dei principali benefici legato all’assunzione di rabarbaro è la regolarizzazione del transito intestinale. Questa pianta, infatti, aumenta la secrezione dei succhi gastrici e stimola la peristalsi intestinale. Di conseguenza la digestione è generalmente favorita e scompare la sensazione di gonfiore e pesantezza addominale. Per questo il rabarbaro è particolarmente indicato per combattere la stitichezza, anche cronica. Si tratta, poi, di una pianta che apporta pochissime calorie (solo 21 per 100 grammi di prodotto); per questo è consigliata a chi vuole restare in forma oppure vuole perdere peso. Il rabarbaro, poi, aumenta la sensazione di sazietà ed è quindi un ottimo spuntino spezza fame. In questo caso si possono mangiare direttamente gli steli a crudo oppure li si può spremere per ricavare un succo. Il rabarbaro è utile anche per la sua azione antiossidante; grazie al buon contenuto di flavonoidi e polifenoli la pianta aiuta a combattere l’invecchiamento cellulare precoce (anche della pelle) e le malattie ad esso connesse (come i tumori). Pare anche che il rabarbaro sia utile nella prevenzione delle infezioni gastrointestinali, come quelle provocate dall’Helicobacter pylori (un batterio che si annida nell’intestino e che è spesso difficile da debellare e da diagnosticare).
Usi e controindicazioni
Il rabarbaro si può assumere sotto forma di infuso (da preparare con i gambi e le radici della pianta), tintura madre o capsule (da acquistare nelle farmacie e nelle erboristerie più fornite). I gambi possono essere mangiati anche a crudo o spremuti per ottenerne il succo. Le foglie, invece, vanno evitate perché tossiche. Per quanto riguarda le controindicazioni, infine, la pianta andrebbe evitata in caso di occlusione intestinale e diverticolite, ma anche nei bambini e in gravidanza e allattamento. Tra gli effetti collaterali, invece la diarrea e i dolori addominali, che sopraggiungono quando sia fa un uso smodato e non occasionale della pianta.
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