Ognuno di noi è abituato ad esercitare la memoria con le più svariate tecniche di memorizzazione: c’è chi non sa fare a meno di diagrammi e frecce per organizzare pensieri ed esposizioni, chi invece preferisce ripetere ad alta voce, magari ad un compagno per essere sicuro di avere assimilato bene l’argomento. Alle prese con la preparazione di un esame o a pochi giorni da un’interrogazione, poi, qualsiasi metodo che permetta di accellerare e intensificare l’apprendimento è il benvenuto. Ma qual’è la tecnica migliore, quella che ci permette di migliorare la memoria e immagazzinare più informazioni consentendo un ricordo lucido anche nel lungo periodo?
Se non siete abituati a ripetere ad alta voce, sappiate che forse le informazioni che credete di avere in pugno ora, presto svaniranno. E’ quanto affermano i risultati di una recente ricerca effettuata su gruppi di studenti da ricercatori della Purdue University nell’Indiana. Le tecniche messe a confronto sono le due più classiche: per mappe concentuali, attraverso cioè schemi e diagrammi o la ripetizione ad alta voce.
I ricercatori hanno esaminato le strategie di memorizzazione di 200 studenti alle prese con materie scientifiche. Divisi per gruppo il primo è stato impegnato a studiare attraverso la creazione di mappe concettuali, tra l’altro ritenuto il metodo di studio più efficace dalla maggior parte dei partecipanti all’esperimento, mentre il secondo gruppo doveva leggere gli argomenti assegnati e poi ripeterli per memorizzarli.
Ad una settimana di distanza i ragazzi sono stati sottoposti ad un’ interrogazione: coloro che avevano ripetuto ad alta voce avevano percentuali di miglioramento della memoria fino ad un 50% in più rispetto al gruppo che aveva studiato solo attraverso schemi e diagrammi.
La differenza sostanziale tra i due metodi sta nei risultati di lungo termine: a breve i due metodi raggiungono gli stessi successi, permettono cioè di ricordare un numero sufficiente di informazione, ma è sul lungo periodo che la ripetizione ad voce alta batte la mappa concettuale.
Continuiamo a dimostrare che la pratica basata sul rimandare i concetti a mente è uno strumento robusto per l’apprendimento – ha dichiarato il prof. Karpicke responsabile dell’esperimento – La nostra ricerca mostra anche che questo metodo è più efficace che impegnarsi in complessi metodi di memorizzazione.