Testimone di Geova: per il credo religioso una donna rifiuta le cure

Una donna testimone di Geova a causa del suo credo religioso rifiuta le cure: ricoverata in ospedale per gravi scompensi cardiaci avrebbe bisogno di una trasfusione, in grado di salvarle la vita, eppure non esita a rifiutare scegliendo la religione. Il caso scoppia quando la figlia, pur di salvare la madre, denuncia la donna. Ricoverata in un ospedale a Bordighera, la donna, di 68 anni, sta infatti rifiutando le trasfusioni, che secondo i medici si sono ormai rese indispensabili ai fini della guarigione da una grave malattia del cuore. Incapace di convincere la madre, la figlia della signora ha scelto di rivolgersi a un avvocato, che al momento ha presentato un esposto in procura in modo da richiedere l’intervento immediato della magistratura. Il caso certamente appare complesso, specialmente nel rapporto fra fede e malattia: dove termina il dovere preteso dal Giuramento di Ippocrate di fare tutto quanto è possibile per salvare una vita e dove inizia la libertà di coscienza dell’individuo? Tema certamente arduo da discutere. La ragazza al riguardo ha commentato: ‘Ognuno è libero di credere in quello che vuole, ma qui è come se tutti assistessero a un omicidio senza fermarlo’.

Annunziata Iannicelli, di anni 68, sta rifiutando le trasfusioni di sangue in nome del credo di Geova: la figlia, Maria Tronti, pur di salvare la madre, non esita a rivolgersi ad un avvocato e presenta una denuncia all’autorità giudiziaria, pur di costringerla a curarsi.

Al momento la figlia ha presentato una denuncia in Procura contro l’ospedale Saint Charles di Bordighera, nonché una richiesta al giudice tutelare per le cure coatte, mentre la madre appare decisa a correre ogni rischio e consapevole della sua scelta.

A complicare la situazione il nipote di Annunziata, figlio di Maria, che mostra di essere in accordo con la nonna, la quale con le ultime forze rimaste vorrebbe affidarsi a lui in qualità di tutore, togliendo alla figlia qualsiasi possibilità di intervento.

‘Ognuno è libero, anzi liberissimo, di credere in quello che vuole, ma qui c’è di mezzo una vita umana, è come se tutti assistessero a un omicidio senza fermarlo’ ribadisce Maria Tronti.

A fine febbraio Annunziata viene ricoverata in ospedale: dopo aver accusato forti dolori allo stomaco, alla donna viene diagnosticata una malattia a carico del cuore, già indebolito da un infarto.

Dopo essere trasferita d’urgenza in rianimazione a Sanremo, viene ricondotta presso l’ospedale di Bordighera: finora i medici dell’ospedale, che hanno scelto di non intervenire contro la sua volontà, hanno giudicato la donna perfettamente in grado di capire le conseguenze delle sue azioni e consapevole della scelta.

La psicologia del caso appare complessa e mentre una figlia e una madre si fronteggiano, gli interrogativi sulle domande più segrete della nostra libertà si aggirano nei varchi senza nome di una Vita impossibile da giudicare né comprendere fino in fondo, nei suoi più oscuri e lampanti meccanismi.

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