Una recente ricerca ha constatato una statistica quanto meno interessante: il tumore all’utero sarebbe 6 volte più frequente nelle donne immigrate rispetto alla popolazione femminile italiana. Quali sono le donne più colpite? La patologia tocca le donne immigrate dal Sudamerica e, in percentuale minore la popolazione femminile proveniente dall’Est Europa. Non sono ancora note le cause alla base del fenomeno, tuttavia i dati sono stati rivelati nel corso di una ricerca pubblicata sul Journal of Medical Screening. Certamente l’indagine può innescare una serie di riflessioni: se consideriamo la difficoltà di essere donne in un Paese straniero e dover molto spesso lasciare i figli nei paesi d’origine, così come il marito e la famiglia d’origine, possiamo pensare che lo stress mentale e le conseguenze a livello fisico e mentale non abbiano un ruolo irrilevante sulla salute femminile.
Tra le donne italiane il tasso di tumori invasivi registrato si situa intorno a 9,5 per 100 mila, mentre tra le donne dell’Est Europa si raggiunge il 38,3 per 100 mila e nelle donne appartenenti alla fascia di Paesi del Centro America il 60,5 per 100 mila.
Dunque, secondo i dati rilevati il tumore all’utero si riscontrebbe più frequentemente tra le donne immigrate, in particolare da Sud America e Europa dell’Est.
L’indagine è stata pubblicata sul Journal of Medical Screening e di recente presentata al nono convegno annuale dell’Osservatorio Nazionale Screening in collaborazione con l’Istituto Oncologico Veneto.
Lo studio non ha rilevato particolari differenze tra le donne provenienti dalle altre aree del mondo rispetto alle donne italiane.
Dobbiamo dire che attualmente per le giovanissime è ormai da tempo disponibile il vaccino HPV, tuttavia è buona norma non dimenticare la prevenzione.
Certamente è importante seguire le norme per una dieta sana, ricca di verdure e frutta, senza dimenticare i benefici dell’attività fisica e in generale del moto: eseguire i controlli di routine è importante per la salute e certamente lo è in misura altrettanto fondamentale interrogarsi sulla percentuale di felicità delle nostre vite.
Non sappiamo esattamente il motivo alla base del fatto che i tumori all’utero appaiano 6 volte più frequente nelle donne immigrate rispetto alla popolazione italiana: probabilmente anche scompensi fisici, oltre allo stress psicologico di veder sradicati i propri affetti e le abitudini di sempre, contribuiscono in maniera significativa all’incidenza della malattia su queste donne, che spesso sono costrette a lavorare e vivere per molti anni lontane dalla famiglia, dai figli e dal marito, con conseguenze pesanti a livello mentale, affettivo per il loro ruolo femminile.
Per esempio, considerando la popolazione straniera, è possibile osservare che mentre famiglie indiane e pakistane usualmente restano unite e si trasferiscono in gruppo, proprio le donne appartenenti ai Paesi dell’Est e del Centro America, sono invece solite partire da sole, vivere nelle case dei datori di lavoro spesso in qualità di badanti e si ricongiungono con la famiglia talvolta dopo anni.
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