La meningite è una malattia infettiva molto pericolosa che può causare gravi danni, anche permanenti. Si tratta di un’infezione che colpisce le membrane che rivestono l’encefalo e il midollo spinale e si manifesta con febbre alta, rigidità della nuca, alterazioni di coscienza e in alcuni casi vomito, dolori muscolari e mal di testa. Esistono due forme di meningite: quella virale, che è solitamente più comune e meno grave, e quella batterica, molto più seria e che può condurre alla morte. Nell’ultimo periodo si parla molto spesso di meningite, soprattutto dopo i casi mortali in Lombardia (due studentesse della Statale di Milano) e Toscana (tra cui anche un bambino di 8 anni). Si arriva a parlare di una vera e propria epidemia, ma è davvero così? E’ necessario preoccuparsi? E in quali casi bisogna prendere in considerazione l’idea di fare il vaccino e quali sono i vantaggi?
In Toscana, a partire da Gennaio 2015, c’è stato un focolaio di meningite, ovvero è stato registrato effettivamente un aumento dei casi (35 nel 2016 e 38 nel 2015, contro i circa dieci casi degli anni precedenti). Sia in Toscana che in Lombardia i casi riguardavano il meningococco C, caratterizzato da un contagio molto veloce e gravi conseguenze.
Il vaccino e i vantaggi
Contro i diversi tipi di meningite è disponibile un vaccino, che assicura una protezione alta, ma ovviamente non totale. Alcune delle persone colpite da meningococco C, in Toscana, ad esempio, erano vaccinate. Ciò vuol dire che il vaccino non assicura l’immunità totale, ma sicuramente la malattia si contrae in maniera più leggera e meno pericolosa.
I vaccini disponibili in Italia sono quelli contro lo pneumococco, il meningococco C, l’Hemophilus influenzae e in alcuni casi anche il mengingococco B. Questi sono inseriti nel programma delle regioni per i bambini, da fare mediante iniezione intramuscolare, durante il 13° mese di vita e con i richiami a 6 e 15 anni.
Chi è più a rischio
Con l’aumentare dei casi recenti il vaccino è consigliato, oltre che ai bambini, anche agli anziani. La categoria più a rischio di contagio rimane, però, quella degli adolescenti, proprio per il loro particolare stile di vita: viaggi, frequentazione di luoghi affollati e così via… La malattia, infatti, si trasmette con il semplice scambio di secrezioni respiratorie, quindi anche con la tosse o i baci, ma non si diffonde in modo semplice come avviene con il raffreddore o l’influenza, poiché il meningococco sopravvive solo pochi minuti al di fuori dell’organismo. E’ importante, in ogni caso, imparare a riconoscere i sintomi che distinguono la meningite da una banale influenza, in modo da contattare il medico nel più breve tempo possibile ed avviare un trattamento tempestivo. Il periodo di incubazione, in ogni caso, può variare dai tre ai dieci giorni.
Portatori sani
Il meningococco può essere anche presente ed asintomatico, infatti esiste una piccola parte della popolazione (dall’1 al 10%) di “portatori sani”, che possono trasmettere la malattia ma non la sviluppano. I portatori sani sono le principali fonti di contagio e si tratta soprattutto di giovani adulti, che rappresentano una percentuale più alta: intorno al 25%. La scienza non è ancora in grado di spiegare perché in certi casi la malattia si sviluppi e in altri il soggetto diventi portatore sano. Si tratta comunque, per lo più, di portatori transitori, che lo sono per mesi o per un anno e poi smettono di esserlo.
Vaccinazione straordinaria
La regione Toscana ha avviato una campagna di vaccinazioni straordinarie contro il meningococco C, introducendo delle modifiche al calendario vaccinale regionale e delle misure di profilassi aggiuntive e temporanee. La vaccinazione contro il meningococco C viene, ad esempio, offerta gratuitamente, su richiesta, a chi ha tra i 20 e i 45 anni di età. Mentre in Lombardia, a partire dal 2017 dovrebbe essere possibile vaccinarsi con una compartecipazione di spesa e con un costo di circa 30 euro.
Dove fare il vaccino
Il vaccino è sempre gratuito per i neonati, mentre per gli adulti può essere acquistato in farmacia con ricetta medica, con un costo variabile in ogni regione, ma di circa 140 euro per il meningococco B e 70 euro per il meningococco C e può essere somministrato all’asl,presso i servizi vaccinali pubblici territoriali o dai medici di famiglia.
Possibili rischi
Si tratta di un vaccino molto tollerabile, per cui gli effetti collaterali sono riscontrati in pochi casi. Alcuni effetti indesiderati possono essere il rossore e gonfiore nel punto in cui è stato iniettato il vaccino, ma solo nel 5-10% dei casi. Ancora più rari i casi di febbre, sonnolenza e cefalea, che comunque si risolvono in un paio di giorni. Raramente possono essere riscontrate reazioni allergiche di diversa entità. E’ importante ricordare, inoltre, che il vaccino non può causare la meningite, poiché soltanto il batterio intero attivo può farlo, invece i vaccini sono costituiti solo da alcune sue sostanze, capaci di stimolare una risposta immunitaria contro il meningococco.
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