In cosa consiste la visita oculistica? Quando ci accingiamo a fare alcuni esami, anche i più semplici, ci chiediamo a cosa – effettivamente – il medico ci sottoporrà. La visita oculistica è, generalmente, una visita che non suscita molta preoccupazione, ma può essere utile fornire, comunque, qualche indicazione a chi deve sottoporvisi. Anche questa visita, poi, rientra tra i controlli di routine; è un esame che permette la prevenzione di diverse patologie, più o meno serie. Ma, in cosa consiste la visita oculistica? Come si svolge?
La visita oculistica comprende una serie di esami/test, effettuati dallo specialista oftalmologo, al fine di valutare lo stato di salute effettivo dell’apparato visivo. Il medico procede chiedendo, anzitutto, se la vista sia sufficiente, se sia avverte qualche sintomo oppure se c’è qualche fastidio percepito. Seguono una serie di esami effettuati con l’ausilio della strumentazione medica adatta. Tra questi:
Insomma, gli esami cui viene sottoposto il paziente sono diversi e permettono di verificare, non solo la funzionalità degli occhi e la vista, ma anche di escludere eventuali patologie a carico del bulbo oculare. Si tratta, ad ogni modo, di test che non recano dolore o fastidio. Si può avvertire una sensazione di lieve bruciore solo se l’oculista, come capita di solito, utilizza delle gocce che inietta nell’occhio per portare a termine alcuni test. Ad ogni modo, si tratta di un lieve fastidio, che scompare nel giro di qualche minuto. Per quanto riguarda i tempi, una visita oculistica approfondita dura all’incirca un’ora.
Tra i difetti della vista maggiormente riscontrati nel corso della visita oculistica, sicuramente la miopia. La miopia è un difetto visivo a causa del quale si vede sfocato da lontano anche se la visione da vicino può essere buona. Il termine “miopia”, infatti, deriva dal termine greco “myo”, che significa “chiudere”, per indicare l’abitudine tipica dei miopi di strizzare gli occhi per vedere meglio da lontano. Se riscontriamo questo sintomo, rechiamoci immediatamente dall’oculista, per non affaticare ulteriormente la vista e non causare un peggioramento della patologia. Questa raccomandazione vale, ancora di più, se si tratta di bambini.
Se cominciate a non vedere bene da vicino dopo i 40 anni, probabilmente potreste essere affetti da presbiopia. La presbiopia, infatti, è un disturbo visivo caratterizzato dalla difficoltà di vedere nitidamente gli oggetti vicini; questa condizione è considerata fisiologica poiché legata all’età. I primi sintomi della patologia, infatti, insorgono di norma tra i 40 e i 45 anni. Controlli dopo questa età, quindi, sono caldamente consigliati.
La maculopatia senile o degenerazione maculare, invece, è una condizione dovuta dovuta al processo di invecchiamento dell’occhio, sebbene alcuni soggetti presentino una predisposizione ereditaria. Per questo è bene che i familiari di soggetti affetti da degenerazione maculare, una volta superati i 40 anni, si sottopongano a visite oculistiche periodiche per verificare l’eventuale insorgenza della patologia. Più in generale, la visita oculistica è sicuramente tra gli esami medici da fare dopo i 40 anni.
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