Matrimonio gay, nuovo no della Corte Costituzionale

Matrimonio gay, nuovo no della Corte Costituzionale
Matrimonio gay, nuovo no della Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale ribadisce il suo no deciso ai matrimoni gay in Italia. Chiamata a pronunciarsi sulla vicenda che ha visto protagonista il comune di Ferrara, il quale si è rifiutato di procedere alle pubblicazioni di un matrimonio omosessuale, la Corte Costituzionale ha dato ragione alla municipalità.

Si legge nell’ordinanza ‘la diversità di sesso è elemento essenziale nel nostro ordinamento per poter qualificare l’istituto del matrimonio‘. Rispetto al principio di eguaglianza, la Corte osserva che le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio; il Codice Civile definisce infatti il matrimonio come unione tra persone di sesso diverso e questo significato del precetto costituzionale non può essere superato per via ermeneutica.

Nel promuovere il giudizio di legittimità, il tribunale sottolineava il rapido cambiamento dei costumi sociali avvenuto negli ultimi anni e l’affermarsi accanto alle unioni tradizionali, di altre forme di convivenza, che – seppure minoritarie – aspirano comunque a tutela, una protezione che tuttavia al momento l’ordinamento giuridico non consente. Ma la Consulta ribadisce l’interpretazione dell’articolo 29 della Costituzione secondo cui ‘la diversità di sesso è elemento essenziale nel nostro ordinamento per poter qualificare l’istituto del matrimonio‘.

Il presidente del senatori del Popolo della Libertà Maurizio Gasparri risponde con entusiasmo al provvedimento. ‘L’importante sentenza della Corte Costituzionale sul matrimonio dovrebbe mettere a tacere quanti proponevano assurdi matrimoni gay. Una sentenza su cui potranno meditare non solo a sinistra, ma anche quanti hanno tradito gli elettori di centrodestra sostenendo tesi errate. La famiglia va difesa non solo in nome di valori religiosi, fondamentali, ma anche secondo i principi laici della Costituzione‘.

Per Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, invece, ora “risulta ancora più chiaro che la partita del riconoscimento giuridico delle coppie gay passa dal Parlamento: con l’attuale quadro politico non c’è da stare allegri, ma è necessaria sicuramente una nuova e più incisiva strategia affinché non passino ancora inutilmente decenni. Il riconoscimento giuridico delle coppie gay è uno di quei temi simbolo di come la nostra società sia molto arretrata rispetto ai diritti civili e alle libertà‘.

Nel frattempo, tutte le coppie omosessuali che desiderano convolare a nozze possono prendere ispirazione dai due texani che hanno deciso di usare la tecnologia e in particolar modo il programma Skype per eludere la legge che impedisce di fatto le unioni gay. In questo modo hanno da un lato permesso a tutti i loro amici e familiari di poter essere presenti all’evento anche se virtualmente senza spostarsi, dall’altro hanno aggirato la burocrazia del Texas stando a Dallas mentre l’officiante stava a Washington DC.

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