Turismo a luci rosse: anche alle donne piace a pagamento

Turismo a luci rosse
Turismo a luci rosse

Per anni abbiamo sentito i racconti di uomini che tornavano da viaggi esotici, tristi coperture di viaggi di piacere. Giamaica, Cuba, Senegal, Kenia, Capo Verde, Santo Domingo, l’elenco delle mete è infinito, unico requisito: la povertà del paese. Fino a dieci anni fa il turismo a luci rosse era esclusivamente una cosa da uomini. Oggi sembra aver conquistato anche le donne.

Abbiamo subito per lungo tempo i racconti di maschi insaziabili che tornavano da Cuba o Santo Domingo e si vantavano delle loro conquiste. Parlavano di donne, spesso molto giovani, disposte a fare qualsiasi cosa pur di avere qualche soldo per potersi permettere un pasto decente o un abito nuovo.

Oggi le regole del gioco sono cambiate: il turismo a luci rosse piace anche alle donne.

Si tratta, nella maggior parte dei casi, di donne di età compresa tra i 45 e i 65 anni, in preda ad una rivoluzione ormonale oppure in cerca dell’amore romantico che non hanno mai trovato tra gli uomini del proprio paese. Così si gettano tra le braccia di aitanti uomini color cioccolato…convinte che quella non sia prostituzione.

Alcune donne raccontano così la propria esperienza al ritorno da Cuba:

‘Lui si è innamorato di me, mi tratta come una regina, mi chiama mi amor. Tornerò e ci sposeremo’.

Poi ci sono quelle meno romantiche:

‘A Zanzibar i ragazzi non hanno denaro ed io cerco solo un po’ di sesso facile senza pensieri, senza complicazioni. Li pago e loro mi danno quello che voglio’.

Donne così pragmatiche però sono una rara eccezione…

Due sociologi inglesi, Jacqueline Sanchez Taylor e Julia O’Connell Davidson, hanno analizzato nello specifico il turismo sessuale femminile in Giamaica, intervistando 240 donne in vacanza: dalle ricerche è emerso che almeno un terzo di loro, pur ammettendo di aver avuto una relazione con ragazzi del luogo, con annessi regali e cene, ha categoricamente escluso di aver nel concreto pagato dei prostituti.

Secondo i due sociologi, le donne che si abbandonano al turismo sessuale, si convincono di non aver pagato un uomo in cambio di sesso, con il pregiudizio che agli uomini di colore piaccia fare sesso sempre e comunque, con qualunque donna, anche non giovane. ‘Loro in fondo sono dei grandi amatori’. Il pensiero che siano interessate a loro per motivi economici non le sfiora nemmeno.
In realtà invece esistono dei veri e propri tariffari: in Giamaica un’ora di sesso costa circa 20/30 dollari, 150 per una notte intera, compreso il sesso orale.

In un articolo pubblicato su Le Monde Diplomatique, l’antropologo Franck Michel ha affermato a riguardo:

‘Le donne stanno seguendo le orme maschili, ripercorrendo lo stesso schema di potere, dominazione e sopraffazione di stampo coloniale. E così raggiungono i paesi del sud del mondo, dove si offre del valido sesso decisamente a buon mercato’.

Nonostante sia già difficile accettare che molti uomini sborsino denaro per ottenere del sesso, è ancora più faticoso pensare che, la medesima pratica oggi si stia diffondendo massivamente anche tra le donne.

Aldilà di ogni giudizio, prima di gettarsi a capofitto in un viaggio a luci rosse, è bene tenere a mente questo detto:

‘Se proprio si vuole fare sesso a pagamento bisogna ricordare: regola numero uno, preservativo in borsetta; regola numero due, cuore in frigorifero‘.

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