Violenze sessuali: ad Instanbul le donne si difendono sul web

Mano morta sul bus
Mano morta sul bus

Purtroppo ci troviamo frequentemente a dover discutere di violenza sessuale sulle donne. Il caso di oggi riguarda l’antica città di Istanbul: fare la così detta mano morta in autobus è una pratica diffusa in maniera così allarmante che El Pais, in un blog dedicato alle donne, ha deciso di trattare la delicata questione attraverso le testimonianze dirette di chi è rimasto vittima di abusi.

Una giovane di nome Kocher ha così raccontato la sua spiacevole esperienza:

Ero sul tram con il mio ragazzo quando improvvisamente ho sentito una mano sul mio sedere. Ho pensato che fosse un incidente, perché c’era molto pubblico sul tram. Quindi mi sono spostata un po’, ma la mano è rimasta lì. Mi bloccai, senza sapere cosa fare’.

Questa vicenda purtroppo è solo una delle tante, stando a quanto dichiarato dai media, il 95% di casi degli abusi in turchia non viene denunciato dalle donne.

La cultura maschilista imperante nel paese turco, non protegge minimamente l’incolumità delle donne. I mezzi pubblici sono talmente affollati che il fenomeno della mano morta è così tanto diffuso da sfociare addirittura nell’indifferenza della polizia.

Il popolo femminile, forte per natura, in ogni parte del mondo aldilà della condizione in cui è costretto a vivere, non smette di lottare e tentare di arginare i costanti soprusi maschili.

Le donne turche infatti sono solite armarsi di piccoli arnesi con i quali si difendono dagli abusi sui mezzi pubblici e in strada.
Spesso colpiscono con utensili metallici le gambe dei molestatori per intimarli a non continuare nelle molestie e per avere il tempo di scappare.

La giovane di cui abbiamo ascoltato la testimonianza, Kocher, ha deciso però di andare oltre la difesa armata, creando uno spazio web in cui le donne si incontrano virtualmente per raccontare le proprie esperienze e per indicare alle altre eventuali zone pericolose o nuovi escamotage studiati dai molestatori per aggredirle.

Il sito in questione si chiama Hollaback, nel giro di pochissimo tempo è diventato un vero e proprio luogo di confronto per donne turche, straniere, etero e omosessuali.
Grazie alla comunità web Hollaback si è potuto constatare ad esempio che nei pressi della Istiklal Caddesi, via in cui durante il fine settimana circolano circa tre milioni di persone, avviene la maggior parte delle violenze sessuali sulle donne.

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