Accavallare le gambe è un gesto che non devi assolutamente fare. È importante per la salute poiché comporta un grave pericolo.
Rimane nel tempo il gesto sexy di Sharon Stone che ha fatto sognare proprio tutti. La scena cult di Basic Instinct vedeva l’attrice accavallare le gambe e poi scavallarle. Quei pochi secondi di vedo e non vedo sono rimasti iconici. Ma molti non sanno che accavallare le gambe non è buono per la salute.
Accavallare le gambe è un’abitudine quotidiana. Ma perché fa male incrociare le gambe quando si è seduti? Semplicemente si esercita una pressione sulle vene e sulle articolazioni in questa posizione.
Stare seduti così quindi è da evitare assolutamente soprattutto per le persone che già soffrono di vene varicose, ritenzione idrica e problemi circolatori alle gambe. Inoltre la debolezza capillare può incidere e per questo non bisogna svolgere una vita molto sedentaria.
Ecco il motivo per cui non devi più accavallare le gambe quando ti siedi
Stare seduti porta ad incrociare le gambe ma sono molti i motivi per cui bisogna assolutamente non farlo. Uno di questi è posturale. In questa posizione si può insorgere a dolori lombari e mal di schiena. Ma i dolori potrebbero interessare anche il collo a causa della torsione della spina dorsale.
Inoltre questa posizione non corretta potrebbe portare anche problemi al bacino e alle articolazioni. Un accavallamento prolungato delle gambe comporta uno squilibrio pelvico che agisce sia sul muscolo che sulle articolazioni che vanno premute l’una contro l’altra.
Ma accavallare le gambe fa male per un motivo ben preciso. Dietro al ginocchio infatti tra il polpaccio e il quadricipite passa una vena molto importante. Si tratta della vena poplitea che è fondamentale per trasportare il sangue dalle gambe al cuore.
Solitamente i medici chiamano questo vaso sanguigno vena profonda, poiché molto al di sotto della pelle. A volte però può andare a formarsi un coagulo all’interno di questa vena poplitea. Questo va a causare dolore, gonfiore e arrossamento nella zona del ginocchio e delle gambe.
Si può verificare quindi poi una condizione chiamata trombosi venosa poplitea. Questa è causata da uno scarso flusso sanguigno dovuto al danno di un vaso oppure a una lesione interna.
Non è facile però diagnosticare questo tipo di trombosi in quanto è alquanto silente. È infatti una delle più difficili patologie cardiache e vascolari da diagnosticare. Ci sono però dei segnali che fanno palesare la trombosi come complicanze a livello di embolia polmonare o di sindrome post-flevitica.
Inoltre ci sono alcuni esami specifici che aiutano a diagnosticarla dato che si presenta in maniera quasi completamente asintomatica. Questi sono emocromo, protrombina, INR, fibrinogeno, D-Dimero.
Come curare la trombosi venosa profonda
La terapia della trombosi venosa profonda si basa su due tipi di trattamenti, ed è importante rivolgersi al proprio medico che saprà indicare l’alternativa giusta. Questa ha il solo scopo di ripristinare la pervietà del circolo venoso profondo. Questo è possibile tramite l’eliminazione del trombo che ha compromesso il sistema valvolare.
I due trattamenti possibili sono: farmaci anticoagulanti o bendaggio elastoadesivo. Entrambi i metodi possono essere prescritti dal medico. I primi servono ad evitare l’estensione della trombosi e la formazioni di lembi terminali flottanti. I secondi invece sono per la fase successiva poiché la contenzione elastica va a evitare l’insufficienza venosa cronica e la sindrome post-flebitica.