La cottura della pasta è sacra in Italia. Non esiste che si lasci li, aspettando che diventi molla. É un vero e proprio rito, una tradizione così radicata che non prevede alternative. Certo, ci sono persone che mangiano la pasta molto al dente e altre cotta, ma parliamo di differenze risibili che uno straniero, ad esempio, non sarebbe in grado di cogliere. Ma per cuocere la pasta, in realtà, non esiste solo il metodo della lessatura dopo ebollizione; come il risotto, anche la pasta può essere cucinata direttamente in padella, insieme al suo condimento, per essere più saporita.
Questo tipo di cottura è indicato prevalentemente per la pasta corta e per sughi piuttosto lenti, come ad esempio quello di pesce. Scordatevi di farci la carbonara o una boscaiola, piuttosto puntate sui paccheri allo scoglio o al sugo di gamberi.
Insomma, regolatevi voi, basta che facciate attenzione ad avere un sugo lento, acquoso.
Come per il riso, infatti, preparate con cura il condimento in padella, quindi aggiungete la pasta e la salsa di pomodoro, in modo che ricopra totalmente la prima. Rispetto al riso, la difficoltà maggiore consiste nella tenuta della cottura: i risotti scuociono molto lentamente, mentre per la pasta il processo è incredibilmente più rapido.
Allora, cosa fare per evitare di ritrovarsi con la pasta cotta in una brodaglia? Prepariamo l’equivalente del brodo per il riso, ovvero un soffritto molto lento, a base di vino bianco, sedano e aglio e prezzemolo tritato, allungato con acqua, da aggiungere di tanto in tanto alla pasta.
Dovete fare molta attenzione, quindi, e aggiungere poco liquido alla volta, fino a che la pasta non sarà cotta; un margine ve lo potete comunque concedere, perché con preparazioni come quella di pesce, ad esempio, il sugo deve sempre restare un po’ lento.
La differenza con una preparazione classica consiste nel sapore, perché, cuocendosi direttamente nel sugo, la pasta non ne viene solo avvolta, ma anche riempita.