Fare la spesa con l’inflazione diventa sempre più complicato: i prezzi aumentano oppure i brand di distribuzione trovano escamotage per risparmiare, a discapito del consumatore. Quando fate la spesa ecco a cosa dovete stare attenti, così non rischierete di essere presi in giro. Ecco di cosa parliamo.
L’inflazione è dilagante ormai da mesi e, con essa, un altro fenomeno particolarmente frustrante: la “shrinkflation”. Un nome particolare, che riguarda una specifica pratica che, ormai, tantissimi marchi stanno imparando a utilizzare.
Attenzione però, non è proprio una pratica interessante per i consumatori, anzi, le dimensioni diminuiscono ma i prezzi restano gli stessi. Di cosa si tratta? Andiamo a vedere nello specifico.
Che cos’è la shrinkflation: prodotti più piccoli a prezzi sempre alti
I prezzi della spesa con l’inflazione di questi mesi sono aumentati tantissimo: tutto costa di più e riuscire ad andare avanti fino a fine mese sempre quasi impossibile.
Mentre le aziende sono alle prese con costi elevati e problemi della catena produzione, la maggior parte sta riducendo la dimensione dei loro prodotti. Ebbene sì, forse non ve ne sarete resi conto, ma se andate al supermercato noterete che molti marchi stanno riducendo le dimensioni del packaging.
Questo fenomeno viene chiamato “Shrinkflation”, ovvero un restringimento della merce, che però resta allo stesso prezzo. Questa sorpresa, in tendenza anche su Tik Tok, sta attirando l’attenzione dei consumatori.
La shrinkflation si verifica quando i prodotti nei supermercati diminuiscono di peso, dimensioni o quantità, mentre però i loro prezzi rimangono gli stessi o addirittura aumentano.
I consumatori più attenti sono mesi che segnalano esempi del genere nei supermercati, in un contesto di inflazione record. La tendenza sta prendendo piede ora poiché le aziende devono far fronte a prezzi più elevati per gas e ingredienti, soprattutto a causa della guerra in Ucraina.
Ma questo sta diventando alquanto frustrante per i consumatori, che spendono gli stessi soldi ma comprano meno quantità di prodotti. Ma cosa significa?
Ad esempio, una scatola di cerali può avere le stesse dimensioni, ma essere più sottile se la guardi al lato, oppure ancora un vasetto di yogurt può avere una dimensione più piccola, con meno prodotto ma allo stesso prezzo di prima.
Cosa si può fare per far fronte alla shrinkflation?
Ma tutto questo è legale? La domanda sorge lecita e la risposta è sì, posto il fatto che il produttore comunichi sempre il peso e la quantità del prodotto.
Infatti, se guardate bene i prodotti al supermercato, ci sarà sempre scritto il peso e anche il prezzo in base all’unità di misura, tipo 1 euro al kg. Nel caso della shrinkflation, le aziende sperano che il consumatore sia meno attento alle variazioni di quantità che al prezzo.
Il modo migliore per sopravvivere a questo fenomeno ormai attualissimo è confrontare il prezzo unitario dei prodotti: questo consente di confrontare più facilmente il costo tra prodotti e dimensioni della confezione.
Un altro modo per affrontare al meglio la shrinkflation è acquistare prodotti con meno imballaggi: uova, frutta, verdura, infatti, sono meno suscettibili a questo cambio e al restringimento a breve termine.
Gli imballaggi costano caro alle aziende, quindi potrebbe esserci di più il rischio che il prodotti maggiormente inscatolato e impacchettato costi molto di più.
Insomma, bisogna stare ancora più attenti quando si va a fare la spesa, tenere sotto occhio prezzi, dimensioni e peso, per non essere truffati mentre si è al supermercato.