Madrina di Battesimo: requisiti e doveri legali

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Battesimo

Vi hanno chiesto di fare da madrina ad un neonato e vi state chiedendo quali sono i requisiti e i doveri legali della madrina di battesimo per capire se potete accettare e se siete idonee per questo incarico? Fare la madrina ad un battesimo ha sicuramente un’importanza simbolica non indifferente: significa essere una guida, un punto di riferimento e quindi richiede una certa responsabilità da parte di chi accetta. Oltre a questi doveri morali ci sono poi dei requisiti legali imposti dal codice di diritto canonico.

Fare la madrina di battesimo: quali sono i requisiti imposti dalla Chiesa

In Italia manca la previsione del battesimo laico e quindi quando parliamo di requisiti della madrina (e lo stesso vale peraltro anche per il padrino del battesimo) ci riferiamo ai canoni imposti dal codice di diritto canonico per il sacramento religioso. Vediamoli uno per uno:

– La madrina deve essere scelta del battezzando o dai suoi genitori, o da chi ne fa le veci (poiché il battesimo si fa spesso ai neonati è più probabile che siano i genitori o chi ha la patri potestà a decidere).
– La madrina deve avere minimo 16 anni, salvo casi eccezionali approvati dal vescovo o dal parroco.
– Non deve aver comminata alcuna pena canonica
– Deve essere di religione cattolica e vivere secondo i canoni della religione cristiana (quindi non è ammesso a questo incarico chi convive senza essere sposato, chi è divorziato o chi è sposato con rito civile). Alcune eccezioni riguardano chi ha subito il divorzio o chi è separato ma senza essere divorziato.
Come è evidente alcuni requisiti appaiono anacronistici e spesso il parroco può concedere eccezioni valutando caso per caso.

Fare la madrina: i doveri morali

Dopo aver visto l’aspetto pratico e burocratico passiamo a quello più prettamente morale. Accettare di fare la madrina significa assumere il ruolo di giuda: non si tratta ovviamente di un obbligo legale ma squisitamente morale. Va dunque scelta una persona a cui si può affidare il figlio in caso di assenza e/o impedimento, una persona che aiuti concretamente i genitori nella crescita del bambino. Non a caso infatti durante il battesimo il parroco chiederà alla madrina di accettare l’impegno di “educarli nella fede, perché nell’osservanza dei comandamenti impariamo ad amare Dio e il prossimo come Cristo ci ha insegnato”. E’ chiaro quindi che, trattandosi di un sacramento di Chiesa, non bisognerà essere semplicemente una guida morale ma anche religiosa. Se crescendo avete smesso di praticare la religione e di andare a messa etc coscientemente dovreste rifiutare questo incarico (questo non vi impedisce peraltro di voler bene al bambino e di aiutare i genitori nel limite delle vostre possibilità). Se avete paura di offendere i genitori spiegategli che il vostro rifiuto dipende dal non essere buoni cristiani. Se hanno scelto di battezzare il figlio dovrebbero capire quanto questo aspetto sia importante ed essere i primi a comprendere le vostre parole (altrimenti sono meno religiosi di voi).

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