La scarlattina è una malattia infettiva batterica che colpisce prevalentemente i bambini, molte volte in forma leggera ma in alcuni casi portando con sé anche vomito, febbre e una caratteristica eruzione cutanea. La scarlattina nei neonati è meno frequente, mentre il target più colpito risulta essere quello dei bambini tra i 3 e i 10 anni; i sintomi iniziali della scarlattina possono essere molto intensi, il bambino potrebbe apparire stanco e provato, quindi bisognerebbe tenerlo a casa a riposo fin dalle primissime manifestazioni della malattia. Vediamo che cos’è esattamente la scarlattina, quali sono i sintomi e come si cura questa malattia esantematica.
Scarlattina, cos’è?
La scarlattina è una malattia esantematica tipica dell’infanzia ma non è, come le altre, causata da un virus: a scatenare la scarlattina è un batterio, in particolare lo Streptococco Betaemolitico di gruppo A, che è alla base di altre comuni infezioni tra cui diverse forme di faringite ma anche infezioni della pelle come l’impetigine; questo batterio causa ogni anno in tutto il mondo circa 700 milioni di infezioni.
Come abbiamo detto, la scarlattina è una malattia infettiva batterica che colpisce frequentemente i bambini nella fascia di età tra 3 e 10 anni e questo avviene per un motivo ben preciso: i neonati e i bambini al di sotto dei 2 anni possono contare sugli anticorpi anti-scarlattina che la madre gli trasmette attraverso l’allattamento; chi ha più di 10 anni, invece, ha solitamente un sistema immunitario maturo e quindi dotato di anticorpi anti-Streptococco beta-emolitico di gruppo A. I bambini che si trovano nella fascia di età intermedia, sono generalmente privi delle difese immunitarie che proteggono da questo tipo di batterio e quindi rischiano più facilmente di ammalarsi di scarlattina. Inoltre, l’immunità alla scarlattina non è mai totale, quindi è possibile che la malattia si ripresenti più di una volta nel corso della vita del bambino, anche se si tratta comunque di un’eventualità abbastanza rara.
Discorso a parte va fatto per la scarlattinetta, conosciuta anche come quarta malattia ma mai associata ad uno specifico agente patogeno, batterio o virus che sia: secondo molti esperti si tratterebbe semplicemente di errate diagnosi di scarlattina e rosolia, che danno una sintomatologia molto simile.
I sintomi iniziali e come riconoscerli
I primi sintomi della scarlattina si manifestano dopo circa 3 giorni di incubazione e compaiono in modo improvviso. Il bambino avrà la febbre alta (può raggiungere anche i 39°-39,5°) e un forte mal di gola: proprio la gola, apparirà arrossata e con le tonsille gonfie, talvolta ricoperte da macchioline bianche. Altro sintomo caratteristico è la cosiddetta lingua a fragola: se inizialmente la lingua sarà ricoperta da una leggera patina bianca (lingua a fragola bianca) dopo qualche giorno si desquama e diventa di un colore rosso molto acceso con dei puntini in rilievo (lingua a fragola rossa). Il viso del bambino sarà molto arrossato, tranne che nella zona intorno alla bocca che resterà invece molto pallida.
[didascalia fornitore=”Pinterest”]Lingua a fragola rossa / minutobiomedicina.com.br via Pinterest[/didascalia]
Lo sfogo esantematico della scarlattina compare circa dopo 12-48 ore dall’inizio della malattia ed è caratterizzato da puntini di colore rosso scarlatto (da cui il nome di questa malattia infettiva), molto vicini tra di loro e leggermente in rilievo che si diffondono dalle ascelle, dal collo e dall’inguine fino a interessare tutto il corpo nel giro di 24 ore circa. Una scarlattina senza esantema non è propriamente una scarlattina ma semplicemente un’infezione da streptococco: per fare la giusta diagnosi, è dunque necessario rivolgersi al pediatra che, dopo aver visitato vostro figlio, saprà indicarvi la giusta cura per lui. L’esantema dura dai 3 ai 7 giorni e viene poi sostituito da un processo di desquamazione che si completa nel giro di 12-14 giorni.
[didascalia fornitore=”Facebook”]Esantema scarlattina / Farmacia Associata FAP[/didascalia]
Scarlattina nel neonato
Come abbiamo visto, il periodo più critico riguarda i bambini tra i 3 e i 10 anni: la scarlattina nei neonati è davvero rarissima visto che dovrebbero essere protetti dall’immunità congenita trasmessa dalla mamma attraverso l’allattamento. Ecco il motivo per cui è difficilissimo che un neonato di 3 mesi o un neonato di 1 mese si ammalino di scarlattina: se avete questo sospetto, contattate immediatamente il vostro pediatra che potrà visitare vostro figlio e valutare di che cosa si tratta esattamente. In ogni caso, la scarlattina nei neonati non è pericolosa nella maggior parte dei casi perché è sufficiente una terapia antibiotica mirata e somministrata in modo tempestivo.
Scarlattina nei bambini in forma leggera
[didascalia fornitore=”Pinterest”]La scarlattina provoca di solito febbre molto alta / mammapretaporter.it via Pinterest[/didascalia]
La scarlattina senza febbre è davvero un’eventualità improbabile: la febbre molto alta, a volte superiore a 39°, è infatti uno dei sintomi tipici di questa malattia esantematica, che si protrae per circa 3 giorni per poi cominciare a scendere. Una scarlattina nei bambini in forma leggera è certamente possibile e, per togliersi ogni dubbio e cominciare la giusta terapia, dovete rivolgervi al vostro pediatra e illustrare la situazione nel dettaglio; solo un medico potrà dirvi se si tratta effettivamente di una scarlattina in forma leggera oppure di un altro tipo di infezione. Esiste inoltre un test rapido per la ricerca nella faringe dello Streptococco che è a disposizione negli ambulatori dei pediatri di famiglia e che è il modo migliore e più rapido per sapere se vostro figlio è stato davvero contagiato dalla scarlattina.
Scarlattina, quanto dura?
La scarlattina ha un periodo di incubazione piuttosto corto, che va dai 2 ai 5 giorni, con una media di 3 giorni di incubazione. La durata complessiva della malattia è abbastanza lunga, si parla di circa 12-14 giorni in totale: la febbre alta dovrebbe durare 3-4 giorni e tende a scomparire dopo 48 ora dall’inizio della terapia antibiotica; l’esantema, invece, svanisce dopo circa 6 giorni dall’inizio della malattia e comincia a questo punto il processo di desquamazione che può durare anche 10 giorni; anche quando la malattia è del tutto superata, le tonsille potrebbero restare gonfie per qualche settimana. Si tratta quindi di una malattia impegnativa dal punto di vista della durata, ma il bambino non sarà più contagioso già dopo 48 ore dall’inizio della terapia antibiotica.
Il contagio
Il contagio avviene attraverso le vie aeree quindi respirando le goccioline infette emesse con starnuti, tosse o mentre si sta parlando, oppure stando a contatto diretto con le secrezioni della persona malata (bere dallo stesso bicchiere, per esempio, è ovviamente sconsigliato). Inoltre, la scarlattina può essere trasmessa anche dai cosiddetti portatori sani: si tratta di persone che non manifestano alcun sintomo ma che sono portatori di Streptococco, la cui presenza può essere rilevata tramite il tampone faringeo.
Il malato di scarlattina è altamente contagioso, soprattutto durante la fase acuta ma anche prima: già uno o due giorni prima della comparsa dei sintomi, chi ha contratto la scarlattina è contagioso, mentre non lo è più dopo 24-48 ore che ha iniziato la terapia antibiotica.
Come prevenire la scarlattina
Cominciamo col dire che attualmente non è disponibile un vaccino che possa mettere i nostri figli al riparo dalla scarlattina; questo non impedisce però di adottare una serie di accortezze e precauzioni che possono ridurre il rischio di contrarre la malattia e che andrebbero messe in pratica ogni giorno visto che possono prevenire tante altre malattie infettive e contagiose.
- Non condividere cibo e posate, visto che il batterio responsabile della scarlattina sopravvive a lungo sugli oggetti con cui è venuto a contatto
- Coprirsi sempre naso e bocca in caso di starnuti e tosse: la scarlattina, come abbiamo visto, si trasmette infatti per via aerea.
- Se qualcuno in famiglia è malato di scarlattina, ripulire tutto quello con cui è venuto a contatto, dalle lenzuola agli asciugamani.
- Lavarsi spesso le mani, soprattutto quelle dei bambini: si tratta di un punto cardine nella prevenzione sia della scarlattina che di tante altre malattie infettive contagiose come influenza e raffreddore.
Cure e rimedi naturali
La cura della scarlattina nei bambini prevede innanzitutto la somministrazione di antibiotici per 10 giorni e con i farmaci da banco per alleviare la sintomatologia più fastidiosa, in particolare la febbre; quale antibiotico per la scarlattina sarà ovviamente il pediatra a stabilirlo, anche se solitamente vengono prescritte le penicilline ad uso orale. Il trattamento della scarlattina prevede anche il riposo assoluto a letto finché non sarà scomparsa la febbre e l’isolamento del paziente per almeno 48 ore dall’inizio della terapia antibiotica: trascorso questo tempo minimo, infatti, i bambini non sono più contagiosi e, per la legge italiana, possono essere riammessi a scuola.
Fermo restando che la terapia antibiotica è indispensabile per una completa e rapida guarigione del bambino, potete mettere in pratica una serie di rimedi naturali che vadano ad alleviare i fastidiosi sintomi della scarlattina; oltre alla somministrazione di ibuprofene o paracetamolo al bisogno, ossia quando la febbre sale molto o il bambino ha dolore alla gola, ecco alcuni consigli:
- Assumere molti liquidi (acqua o spremute di arancia) per evitare che il bimbo si disidrati.
- Umidificare l’aria della stanza dove sta il bambino malato per dare sollievo allo stato infiammatorio della gola
- Preparare cibi che abbiano consistenza tenera o semi liquida per favorire la deglutizione, che potrebbe essere difficoltosa a causa dell’infiammazione
- Non esporre il bambino a sostanze irritanti come il fumo passivo, che potrebbe aggravare la situazione infiammatoria e rallentare il processo di guarigione
Scarlattina nei bambini: la ricaduta
La scarlattina è una malattia che purtroppo è possibile contrarre più di una volta nel corso dell’infanzia: esistono infatti diversi ceppi di Streptococco betaemolitico di gruppo A e ognuno di questi produce una forma di immunità naturale per quel ceppo specifico ma non per gli altri; questo ha come conseguenza il fatto che i bambini, che hanno preso la scarlattina da un ceppo, possano poi prenderla una seconda volta perché vengono a contatto con un ceppo diverso dal precedente. Per fortuna, si tratta di una malattia infettiva le cui eventuali complicazioni sono davvero molto rare e, seppur serie come la febbre reumatica o il reumatismo articolare acuto, possono essere facilmente evitate ricorrendo in modo tempestivo alla terapia antibiotica corretta.